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Home Comunità giustiziagiusta La Spezia: “giustiziagiusta” sul sindaco PD e presidente del Parco Cinque Terre Franco Bonanini condannato per associazione a delinquere e truffa
La Spezia: “giustiziagiusta” sul sindaco PD e presidente del Parco Cinque Terre Franco Bonanini condannato per associazione a delinquere e truffa PDF Stampa E-mail
Lunedì 29 Giugno 2015 16:46

La Spezia giustiziagiusta sul sindaco PD e presidente del Parco Cinque Terre Franco Bonanini condannato per associazione a delinquere e truffaDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che il Tribunale della Spezia ha condannato a 7 anni e 10 mesi di reclusione il presidente PD del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini, detto Il Faraone, già sindaco di Riomaggiore e candidato al Parlamento Europeo sempre per il PD, era anche stato europarlamentare del PD ma per un solo giorno, il primo luglio 2009: subito dopo la sua nomina, la Corte d’Appello si accorse di un errore nella votazione e passò il suo seggio a Roberto Gualtieri, sempre del PD. Bonanini era stato arrestato nel settembre 2010 per associazione a delinquere finalizzata a truffa, peculato, corruzione, calunnia, abuso d’ufficio e concussione, insieme ad altre 14 persone tra funzionari regionali e dipendenti del tribunale spezzino che “avrebbero fornito il proprio aiuto e i propri suggerimenti nelle diverse fasi dell’inchiesta a Franco Bonanini. All’epoca, era stata scoperta la mala gestione di fondi comunitari e statali, chiesti per sanare i danni provocati dal maltempo nel 2004 e non completamente utilizzati. Nell’ordinanza di custodia cautelare, 900 pagine, venivano descritte le ‘creste’ sulle richieste di fondi destinati a ristrutturazioni edilizie mai autorizzate. Secondo l’accusa esisteva “un sistema di potere illegale a opera di un sodalizio criminale in cui perfino le persone vessate erano asservite”. Comune e Parco “erano sovrapposti e si usavano le cooperative, senza alcuna resistenza di chi le amministrava”. Tra gli imputati era nata “una associazione a delinquere con un vincolo stabile fra gli associati uniti nella realizzazione dei reati, ma con una netta separazione di ruoli”.

da giustiziagiusta

 

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