San Lazzaro in Savena (BO): “giustiziagiusta” sugli esponenti PD di cooperative rosse per minacce al sindaco |
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Mercoledì 28 Settembre 2016 16:02 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale la notizia che la Procura di Bologna ha chiuso l’inchiesta sulla ‘Colata di Idice‘ per minaccia a corpo politico. Secondo la Procura, esponenti PD di cooperative rosse avrebbero esercitato una insistita minaccia, diretta o indiretta, nei confronti del sindaco PD di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti. Alla fine del 2014 la prima cittadina, a causa del fallimento di alcune delle cooperative coinvolte nel progetto, bloccò 580 nuovi alloggi, per un affare di circa 300 milioni di euro. L’amministratrice andò poi dai carabinieri a denunciare presunte pressioni nei suoi confronti perché facesse marcia indietro. E dopo un anno e mezzo di indagini, secondo il procuratore e il sostituto ci potrebbe essere stato qualcosa di più di una indebita pressione sul sindaco. Secondo la ricostruzione
dell’accusa, il direttore di Legacoop Bologna Simone Gamberini avrebbe contattato più volte Conti suggerendole di “prendersi un caffè” coi rappresentanti delle società interessate, spiegandole che doveva “tenersi pronta”, perché gli imprenditori interessati “le sarebbero venuti addosso”. Alla presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini, ex senatrice PD, si contesta di aver rappresentato al sindaco Conti come la scelta dell’amministrazione avrebbe portato a un danno erariale per il Comune. L’ex sindaco di San Lazzaro (predecessore di Conti), Aldo Bacchiocchi avrebbe invece contattato l’amministratrice per dissuaderla “per il suo bene” e avrebbe detto a un assessore e a un consigliere comunale di “stare attenti perché le responsabilità giuridiche e di risarcimento danni sarebbero state personali, e di valutare bene se appoggiare le scelte del sindaco”. Secondo la procura il tesoriere provinciale PD, Carlo Castelli, avrebbe prospettato a Conti il rischio di azioni risarcitorie nei confronti del Comune. Al sindaco PD di Castenaso Stefano Sermenghi – renziano della prima ora (nella sua giunta c’è anche la sorella di Matteo Renzi, Benedetta) – è contestato di aver contattato un altro assessore suggerendo di “non mettersi contro le coop” e che “se lui avesse avuto degli amici in consiglio comunale a San Lazzaro, avrebbe suggerito loro di darsi malati e di stare a casa in occasione del voto”. All’imprenditore Massimo Venturoli (numero uno di una delle ditte coinvolte nel progetto) è contestato di avere prefigurato al sindaco le “gravi conseguenze” che l’amministrazione comunale avrebbe patito a seguito di un tracollo finanziario collegato alla decisione. Indagini concluse infine anche per il revisore dei conti del comune di San Lazzaro, Germano Camellini che, secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri, parlando con una dirigente comunale, le avrebbe detto: “Il tuo sindaco ha intenzione di farsi mettere sotto riducendo le aree edificabili?”. Camellini avrebbe quindi pronunciato una frase diversa rispetto a quella quella che trapelò sulla stampa all’inizio dell’indagine un anno e mezzo fa: “La Conti vuole finire sotto una macchina?”. Le difese ora potranno chiedere di essere sentite e a quel punto la Procura chiederà il processo oppure l’archiviazione”.
da giustiziagiusta |