Seregno (MB): “giustiziagiusta” sull’arresto del sindaco FI Edoardo Mazza per corruzione |
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Martedì 26 Settembre 2017 16:32 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale le notizia che i carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito 27 le misure cautelari, 21 delle quali in carcere, tre ai domiciliari e tre sospensioni dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, firmate dai Giudici per le Indagini Preliminari di Monza. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso,
estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura di Milano, porta la firma dei Pubblici Ministeri monzesi, del Procuratore di Monza Luisa Zanetti e dei Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, è iniziata dagli approfondimenti avviati nel 2015 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano sui vertici di ‘ndrangheta tenuti a Legnano (Milano) e a Paderno Dugnano (Milano). L’investigazione ha consentito di identificare gli elementi di vertice di Limbiate (Monza e Brianza) e di individuare un sodalizio dedito al traffico di cocaina, con base nel comasco, composto prevalentemente da soggetti originari di San Luca (Reggio Calabria), legati a cosche di ‘ndrangheta di notevole spessore criminale. Tra gli arrestati il sindaco di Seregno (MB) Edoardo Mazza, di Forza Italia. Insieme a lui sono finiti anche un assessore e un consigliere comunale per corruzione e per questo reato è indagato anche l'ex vicepresidente della Regione Lombardia, il forzista Mario Mantovani. Finiti in carcere anche un gruppo di ‘ndranghetisti del Nord. Ora l’immagine del sindaco arrestato è stata ampiamente diffusa sui media e sui social. Su Facebook il sindaco che affermava, dopo che il Comune aveva sequestrato un immobile della criminalità: «La mafia si combatte con i fatti». Lui è avvocato civilista e non perdeva occasione per esternare la sua professione antimafia e anticriminalità e agitava in tv le forbici molto eloquenti, dopo lo stupro della coppia di amici polacchi a Rimini. Ma la magistratura gli addebita ora il conto”.
da giustiziagiusta |