Trento: “giustiziagiusta” sul secondo arresto del giudice Gaetano Maria Amato per pedopornografia |
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Venerdì 13 Ottobre 2017 16:08 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: "Apprendiamo dalla stampa nazionale le notizia che una indagine condotta dalla Procura di Trento che ha portato al fermo di un magistrato della Corte d’appello di Reggio Calabria, Gaetano Maria Amato di 58 anni, per vicende legate alla pedopornografia. Amato era già stato arrestato per reati analoghi dalla polizia di Messina, il 2 ottobre scorso, su provvedimento del Giudice per le Indagini
Preliminari nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal Procuratore messinese e dell’Aggiunto. In quel caso, ad Amato venne contestato il reato di pornografia minorile. L’indagine della Procura di Trento riguarda invece una presunta rete di pedofili dedita allo scambio di immagini online. In questo contesto il magistrato è indagato proprio per un presunto scambio di materiale pedopornografico. Non è da escludere che le due indagini, nate separatamente, abbiano avuto alcuni punti di contatto. La banda di orchi scoperta dalla polizia postale di Bolzano si serviva di una piattaforma criptata e dieci le persone finite in manette. Gli agenti hanno eseguito 47 perquisizioni e sequestrato ingente materiale informatico. Intanto la sezione disciplinare del Csm ha disposto la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio ed il collocamento fuori dal ruolo organico della magistratura di Gaetano Maria Amato. Gaetano Amato presta servizio alla sezione penale della Corte d'appello di Reggio Calabria dal gennaio di quest'anno. In precedenza era stato alla sezione civile. Trascorsi i dieci anni previsti dalle norme del CSM, il giudice era passato al penale, dove ha fatto parte anche dei collegi in Corte d'assise ed alla sezione misure di prevenzione. Nel 2009, quando era in servizio a Messina subì un procedimento del Consiglio superiore della magistratura per presunti ritardi nel deposito degli atti. Nella contestazione si rilevava come ci fossero troppe sentenze del magistrato depositate oltre i termini. Per questi ritardi il Csm lo aveva dichiarato colpevole e sanzionato con ammonizione”.
da giustiziagiusta |