Milano: “giustiziagiusta” su arresti e indagini sui casi di corruzione dei magistrati |
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Giovedì 23 Novembre 2017 16:12 |
Dalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale le notizia che sono sempre più numerosi i casi di corruzione fra i giudici, particolarmente quelli tributari. Da Milano a Catania e Foggia arresti e indagini sulle “toghe” delle controversie fiscali. Davanti al Tribunale di Bari che lo sta processando insieme ad altri 23,
tra colleghi giudici, avvocati e commercialisti, l’ex giudice tributario Orazio Quintavalle, presidente della commissione regionale, ha elencato le sue colpe confessando i suoi reati: “Riuscivo a pilotare l’assegnazione dei fascicoli”, avrebbe dichiarato: il “pilota” Quintavalle elargiva ai sottoposti poche decine di euro e per vertenze complicate fino a 1.500 euro, trattenendo il resto delle somme a sua disposizione, disponendo e apponendo il suo visto a “sentenze già scritte” dai patrocinanti corruttori. Discutibile pratica, che sembra conosciuta anche a Milano e Catania, con la quale l’amministrazione della giustizia tributaria “attende” ai suoi doveri. Infatti a Milano è stato arrestato tempo fa in flagranza l’altro giudice Luigi Vassallo mentre infilava in tasca cinquemila dei trentamila euro pattuiti per corromperlo, aggiungendolo alla schiera, purtroppo sempre più nutrita, di magistrati un tempo esemplari che sono chiamati a dirimere controversie che nel 2016 costruivano una pila di 581mila procedimenti per un valore complessivo di 50 miliardi di euro. Ma a Milano si sono accorti che qualcosa non andava e i finanzieri hanno iniziato a truccarsi da avvocati, messo spie, atteso i clienti e soprattutto i magistrati. Cosicché il Vassallo è stato beccato con le banconote nel doppiopetto. Una seconda, Marina Seregni, è invece chiamata a rispondere dei suoi atti sospetti di gestione amicale delle controversie. Una società sarebbe infatti uscita indenne dal procedimento grazie ai servigi offerti, e dunque sollevata dal pagare un tributo di 14 milioni e mezzo di euro. E ai primi due indagati (uno arrestato anche) sono seguiti altri due arresti, altri due giudici tributari, uno di primo e l’altro di secondo livello a cui il Giudice per le Indagini Preliminari ha perfino negato il patteggiamento. A Catania il giudice Filippo Impallomeni è stato accusato di servirsi a scrocco delle auto disponibili di un concessionario, cliente malfidato del fisco, giacchè il concessionario avrebbe risparmiato circa 800mila euro dalla sentenza a lui favorevole, per ottenere la quale il giudice invece ha potuto godere del bel piacere della guida assistita. E anche a Foggia il magistrato Lorenzo Nicastro, ex assessore regionale all’Ambiente, è stato accusato di truffa e di falso per un pilotaggio di circa 168 sentenze tra il 2015 e il 2017. Gli inquirenti esperti parlano da tempo di una “tangentopoli fiscale”, di un movimento corruttivo che accoglie una sempre più vasta schiera di giudici".
da giustiziagiusta |