Dall’Italia: Verminaio giudiziario |
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Lunedì 26 Luglio 2021 17:31 |
"Ora basta coi magistrati che giudicano se stessi: il tetto vi cadrà addosso", avverte il costituzionalista Sabino Cassese: "Va tolta al CSM la funzione disciplinare, serve un organo terzo". «L'articolo 107 della Costituzione dispone che il pubblico ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull'ordinamento giudiziario. Questo vuol dire che le garanzie del pubblico ministero non sono direttamente stabilite dalla Costituzione ma vengono stabilite dalla legge. In secondo luogo, le garanzie di indipendenza necessarie per gli organi giudicanti non sono simili a quelle necessarie per gli organi dell'accusa, le cui decisioni sono comunque sottoposte al giudizio della magistratura giudicante. Le implicazioni di
queste due premesse mi paiono chiare». Alla fine, a decidere sul putiferio in corso nel palazzo di giustizia di Milano sarà il Consiglio Superiore della Magistratura: giudici che giudicano se stessi, una sezione disciplinare dove spesso sembrano contare più le appartenenze di correnti che i torti e le ragioni. Ma è venuto il momento di togliere al CSM la funzione disciplinare: sarebbe una svolta epocale, e a proporla è Sabino Cassese, uno dei più importanti costituzionalisti italiani. «La funzione disciplinare dovrebbe essere comunque rimessa ad un organismo terzo, per assicurare indipendenza e imparzialità non solo rispetto al poter esecutivo, ma anche nei confronti del corpo della magistratura. Al di là di ciascuno dei singoli passaggi di questa vicenda, due considerazioni generali vanno fatte. La prima è che la declinazione dell'indipendenza in termini di autogoverno è stata errata fin dall'inizio (e duole dire che fu Lodovico Mortara a parlarne per primo, ancor prima della Costituzione). La seconda è che sarebbe consigliabile un maggior self-restraint del corpo dei procuratori, per salvaguardare l'ordine giudiziario, che altrimenti corre il rischio di vedersi precipitare il tetto addosso».
da giustiziagiusta |