Dall’Italia: Verminaio giudiziario |
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Giovedì 29 Luglio 2021 17:26 |
Il pubblico ministero "più importante d'Italia", Giovanni Salvi, attuale procuratore generale della Corte di Cassazione, svolge un ruolo importantissimo in quanto titolare della azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Salvi è stato scelto per quell'incarico dal Consiglio Superiore della Magistratura a novembre del 2019, dopo che il predecessore Riccardo Fuzio
era stato costretto qualche mese prima alle dimissioni, dopo essere stato intercettato mentre parlava con Luca Palamara del procedimento aperto a Perugia nei confronti di quest' ultimo. Fuzio per quella conversazione venne indagato per «rivelazione del segreto d'ufficio», accusa da cui comunque è stato completamente assolto la scorsa settimana. A favore di Salvi, esponente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra della magistratura, si erano espressi anche il pubblico ministero antimafia Nino Di Matteo e Piercamillo Davigo. Originario di Lecce, 69 anni, Salvi viene da una famiglia molto importante: il padre era un famoso avvocato, il fratello maggiore, Cesare, è stato professore universitario di Diritto e, soprattutto, politico di primo piano del PCI ai tempi di Enrico Berlinguer, divenendo ministro del Lavoro durante i governi D'Alema e Amato, vice presidente del Senato e presidente della Commissione giustizia di Palazzo Madama. All'indomani dello scoppio dello "scandalo Palamara", Salvi deve affrontare due casi complicati: il primo contro Palamara e i partecipanti all'incontro avvenuto all'hotel Champagne di Roma dove l'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati discuteva di nomine con i deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti; il secondo contro le centinaia di magistrati che telefonavano a Palamara per avere un incarico o una nomina. Nel giugno del 2017 sulla terrazza del Martis Palace, lussuoso albergo nel centro di Roma, Salvi aveva infatti ospitato a pranzo Palamara, allora potentissimo presidente della Commissione per gli incarichi direttivi del CSM, per caldeggiare la propria candidatura a procuratore generale della Cassazione. Nei giorni scorsi, infine, è arrivata la grana del pubblico ministero Paolo Storari, il pubblico ministero milanese che aveva cercato sponda al CSM con Davigo contro l'asserita inerzia dei suoi capi nel fare accertamenti sulla loggia Ungheria rivelata dall'avvocato Piero Amara. Salvi ha chiesto al CSM di trasferire Storari da Milano. Alla vigilia dell'udienza alla commissione disciplinare sulla richiesta di trasferimento cautelare d’urgenza e il cambio di funzioni, il magistrato Storari ha presentato la sua difesa rispetto alle “tre gravi scorrettezze” contestate dal procuratore generale della Cassazione Salvi, titolare dell’azione disciplinare nei suoi confronti.
da giustiziagiusta |