Dal Mondo: Verminaio giudiziario |
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Lunedì 27 Settembre 2021 16:48 |
Nuovi esplosivi sviluppi dello scandalo che la stampa definisce ormai come "verminaio giudiziario" e che intreccia la vita della giustizia italiana dopo lo scoppio delle "scandalo Palamara". Stavolta i fatti si legano al caso dell'Ilva di Taranto e il nuovo filone d'inchiesta fa seguito all'indagine sull'ex Procuratore di Taranto Capristo, che coinvolge anche gli avvocati Amara e Ragno, il funzionario di Polizia Paradiso e il consulente di Pwc Nicoletti. L’ex
commissario straordinario dell’Ilva Enrico Laghi è stato arrestato e posto agli arresti domiciliari su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza. L’accusa per Laghi è di aver ricambiato la “favorevole attenzione alle esigenze di Ilva” da parte della Procura di Taranto guidata da Capristo, con incarichi professionali che venivano assegnati da dirigenti dell’Ilva all’avvocato Ragno, vicinissimo allo stesso Capristo. Il capo dell’ufficio inquirente tarantino, il magistrato Capistro, secondo le accuse, “stabilmente vendeva ad Amara, Laghi e Nicoletti, la propria funzione giudiziaria, sia presso la Procura di Trani (a favore del solo Amara) che presso la Procura di Taranto (a favore di Amara, Laghi e Nicoletti)”. Da parte di Amara “si manifestava in una incessante attività di raccomandazione, persuasione, sollecitazione svolta, in favore del Capristo, dai suddetti corruttori su membri del CSM (da loro conosciuti direttamente o indirettamente) e/o su soggetti ritenuti in grado d’influire su questi ultimi”. In cambio di questa attività di sponsorizzazione di Amara su Palazzo dei Marescialli, che avrebbe nominato Capristo al vertice della Procura di Taranto, e in cambio “anche di favori materiali, quali le nomine e gli incarichi ad amici da parte di Ilva ”da parte di Laghi“, il magistrato “garantiva stabilmente sia ad Amara che a Laghi e quindi ad Ilva utilità e vantaggi processuali, nonché garantiva ad Amara, mostrando apertamente la sua amicizia con il predetto innanzi al Laghi ed Nicoletti, l’agevolazione professionale consistita nel suo accreditamento presso Ilva“. A parlare di Ilva, della nomina di Capristo a Taranto e di Laghi era stato, il 10 giugno scorso, lo stesso Amara. “All’Ilva non si muoveva un dito se non era Enrico Laghi a decidere". Una vicenda sconcertante, che per numerosi versi sembra riecheggiare pratiche sperimentate anche in contesti diversi e lontani da Taranto e più vicini alle nostre vicende locali, in cui alti funzionari pubblici particolarmente potenti e referenziati avevano quotidiana dimestichezza con magistrati e avvocati cui venivano assicurati lauti incarichi pubblici in cambio di "attenzioni" giudiziarie tutt'altro che trasparenti anche allo scopo di colpire terzi innocenti privi di coperture a sinistra. Così gira il mondo, ogni volta che spunta l'ombra di qualche loggia massonica.
da giustiziagiusta |