Dall’Italia: Scandalo Mose, confiscati 330mila euro di vitalizio a ex assessore Renato Chisso di Forza Italia |
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Mercoledì 21 Settembre 2022 18:24 |
A Renato Chisso, ex assessore regionale di Forza Italia ai Trasporti del Veneto, coinvolto nel 2014 nello scandalo Mose e poi arrestato, su ordine della Procura della Repubblica di Venezia il Nucleo di polizia economico finanziaria ha eseguito una confisca per complessivi 332mila euro, di cui Chisso era creditore nei confronti del Consiglio Regionale Veneto a titolo di vitalizio. Con questa ulteriore decisione, in totale sono stati confiscati circa 625mila euro al solo politico ex socialista. La Finanza ha calcolato che complessivamente, nell’ambito dei processi relativi all'infrastruttura del Mose, le pareti mobili anti-allagamento di Venezia, siano rientrati nelle casse dell’erario circa 58 milioni di euro. Il provvedimento è stato possibile perché l’ex esponente di Forza Italia aveva patteggiato una pena di 2 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione per corruzione, con la sospensione della pena. Siccome la somma quantificata quale prezzo della corruzione era di 2 milioni di euro, non appena la Procura viene a conoscenza di
disponibilità finanziarie, procede ai pignoramenti. Chisso fino al 1994 era socialista. Poi ha aderito a Forza Italia. È stato eletto per quattro volte in consiglio regionale (1995, 2000, 2005 e 2010). Dal 2000 al 2005 è stato assessore all’Ambiente e ai trasporti, nella seconda legislatura di Giancarlo Galan (poi arrestato per lo scandalo Mose). Dal 2005 al 2010 (sempre con il governatore Galan) e dal 2010 al 2014 (con la prima presidenza di Luca Zaia) ha ricoperto l’incarico di assessore alle Infrastrutture e ai trasporti. L’arresto, avvenuto nel giugno 2014, ne ha interrotto bruscamente la carriera.
da giustiziagiusta |