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Home Comunità giustiziagiusta Dall’Europa: Eurodeputati a libro paga dell’emirato arabo
Dall’Europa: Eurodeputati a libro paga dell’emirato arabo PDF Stampa E-mail
Mercoledì 14 Dicembre 2022 17:55

Dall’Europa: Eurodeputati a libro paga dell’emirato araboUna parte dei contanti trovati dalla polizia a casa dell'eurodeputato italiano già del PD e ora di Articolo 1, Antonio Panzeri, e in quella della Vicepresidente dela Parlamento Europeo, la socialista greca Eva Kaili, oltre a quelle che aveva il padre dell'eurodeputata ellenica nelle borse mentre tentava di scappare, "sono stati emessi in Belgio", cioè materialmente stampati dalla Banca Centrale belga. Questo importante elemento potrebbe consentire un progresso ulteriore nelle indagini della Procura, giacchè "conoscendo il luogo di emissione, sarà facile individuare la banca in cui sono state prelevate le mazzette, e quindi il conto corrente e l'identità della persona che ha effettuato il prelievo". La polizia belga ha diffuso la foto dei contanti ritrovati a casa di Panzeri, nell'abitazione di Kaili e nelle borse che aveva il padre dell'eurodeputata greca al momento dell'arresto. I soldi trovati a casa della Kaili, oltre 750mila euro in contanti, di cui 600.000 in una valigia portata dal padre della politica greca, e quelli trovati a casa Francesco Giorgi, compagno della donna, ad Abbiategrasso in provincia di Milano, sono stati sequestrati durante le perquisizioni fatte a seguito dell'esecuzione dell'ordine investigativo internazionale emesso dall'autorità giudiziaria belga che sta eseguendo le indagini. Ingenti somme di denaro contante sono state trovate anche nelle abitazioni di Panzeri e dei suoi familiari in Italia. Ma l'europarlamentare socialista greca Eva Kaili "non era a conoscenza dei soldi" trovati a casa sua, ha detto il suo avvocato, secondo il quale la Kaili non ha "nessuna relazione con il denaro trovato a casa sua (...) non sapeva dell'esistenza di questo denaro", ha assicurato, ribadendo che la sua assistita è "innocente". Ma il suo compagno con il quale convive da 4 anni, l'italiano Francesco Giorgi è stato sentito dagli inquirenti fin dai primi interrogatori effettuati dall'Ufficio Centrale per la repressione della corruzione. Nella casa di Giorgi c'erano le chiavi di una cassetta di sicurezza nella quale, poi, gli investigatori hanno trovato 20mila euro in contanti. Sequestrati anche alcuni orologi, dispositivi informatici e telefoni che saranno analizzati. Sono in corso anche accertamenti bancari su sette conti, aperti presso sette banche diverse, riferibili alla famiglia Panzeri, a Giorgi e a Luca Visentini, segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati, arrestato il 9 dicembre assieme agli altri e poi, però, rilasciato su cauzione. Nel frattempo la Kaili è stata trasportata nelle scorse ore nel carcere di Haren, alla periferia nord-orientale di Bruxelles, ma la Procura belga non ha voluto confermare se anche gli altri tre arrestati - Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figà-Talamanca - si trovino nella stessa struttura. Tutti e quattro sono comunque attesi per la prima udienza preliminare. Ma una delle quattro persone interrogate avrebbe fatto anche il nome dell'eurodeputato socialista belga Marc Tarabella. Sono stati messi sotto sigillo intanto anche gli uffici dell'assistente dell'eurodeputato già PD e ora di Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), Pietro Bartolo, coinvolto nell'inchiesta per via di incarichi avuti precedentemente, già consigliere comunale a Lampedusa e Linosa dal 1988 fino al 2007, vice sindaco e assessore alla sanità del comune delle Pelagie dal 1988 al 1993. Era il medico che curava i clandestini sbarcati sull'isola dalle navi ong, che alle politiche del 2018 annunciava la sua candidatura al Senato per LeU Liberi e Uguali, ma alla fine vi rinunciò e nel febbraio 2019 aderì a Democrazia Solidale. Intanto l'eurodeputato Antonio Panzeri e Francesco Giorgi resteranno ancora in carcere per almeno un mese: così hanno deciso i giudici della camera di Consiglio del Tribunale di Bruxelles al termine della prima udienza. Per il quarto fermato, Nicolò Figà-Talamanca, è stato invece disposto il regime di sorveglianza elettronica.

 

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