Ostra Vetere: “montenovonostro” sulla riforma della riforma riformata della sanità |
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Sabato 15 Giugno 2013 15:13 |
E’ dagli anni ’80 che assistiamo a un processo di cambiamento della sanità fatto a colpi di riforme ogni volta propagandate come risolutive e innovative, come se l’ultimo parto legislativo fosse la quintessenza della elaborazione normativa, indicata come definitiva. E ogni volta, dopo qualche tempo, una nuova riforma si sovrappone alla precedente, in una girandola di norme tortuose e spesso contraddittorie. Dopo la “riforma ospedaliera” cosiddetta “Mariotti”, che ha riclassificato gli ospedali, nel 1978 la legge n. 833 soppresse il sistema mutualistico e istituì il Servizio sanitario nazionale dal 1° luglio 1980 con la cosiddetta "riforma sanitaria" che istituì le ULSS (unità locali socio sanitarie), poco
dopo riformate in USL (unità sanitarie locali), ancora riformate in ASL (aziende sanitarie locali) fino a essere nuovamente riformate in ASUR (aziende sanitarie uniche regionali). Riforma dopo riforma riformata, siamo giunti alla situazione che tutti conoscono: chiuso l’ospedale di Ostra Vetere che esisteva da secoli, chiusa anche la Residenza Sanitaria Assistita. Chi vuol farsi curare può ancora andare a Senigallia, sempre che riesca a trovare nell’insufficiente parcheggio di difficile accesso un posto libero. Ora la nuova sconvolgente notizia: la Commissione Salute dell’Assemblea Legislativa delle Marche ha deciso. Dall’11 giugno scorso, riformerà ancora il sistema di emergenza sanitaria regionale. Evidentemente tutte le modifiche prodotte finora non bastavano ancora: adesso è la volta di un’altra nuova. Per fare che cosa? Nel prolisso comunicato emesso dopo tante pensamenti non è che si riesca a capire il senso vero, fra i tanti paroloni usati “al fine di permettere l'avvio della riforma sanitaria attraverso la costituzione di punti di primo intervento territoriale e ambulatori di continuità di assistenza primaria”. Pare però di capire che su questa nuova intuizione, che fra le altre cose ci toccherà da vicino quantomeno per “le postazioni della ‘Rete emergenza urgenza’ che hanno il compito di stabilizzare il paziente in fase critica e trasferirlo in sicurezza al pronto soccorso” mediante “mezzi di soccorso avanzato che collabora anche durante lo stand by” a partire da “Punti istituiti, di norma, presso le strutture ospedaliere riconvertite in Case della Salute”, anche in riferimento all’Area Vasta 2 (Arcevia), “prima di portarla in aula per l'approvazione definitiva” si dovrà attendere “il parere dei sindaci e delle organizzazioni sindacali”. Ma non tutti i consiglieri regionali sono d’accordo: “Testo troppo complesso – ha detto il Vice Presidente della Commissione, Giancarlo D'Anna – che si presta a interpretazioni e quindi poco chiaro. Andrebbe elaborato un testo unico che raccolga in modo chiaro quello che realmente sarà cambiato nella sanità delle Marche. Una cosa è certa i provvedimenti che si stanno adottando oltre a ridimensionare i servizi esistenti penalizzano soprattutto l'entroterra”. Poiché la Regione attenderà il parere dei sindaci in proposito, segnaliamo fin da ora alla amministrazione comune la rilevanza e delicatezza del tema, al di là dell’incomprensibilità delle locuzioni immaginifiche e spesso in inglese cha fanno tanto “trend”, ma non fanno certo chiarezza, immaginando che questa settima o ottava “riforma riformata” potrebbe riservare al paese altrettante sorprese delle precedenti “riforme”. Con tutto quello che ne consegue, purtroppo, per i compaesani. “montenovonostro” |