Ostra Vetere: Quale è il motivo dell’orario impossibile che scoraggia la presenza del pubblico al Consiglio? |
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Giovedì 19 Dicembre 2013 18:27 |
“montenovonostro”, ormai abituato a trent’anni di stramberie politiche e amministrative, non ci farebbe nemmeno più caso se non fosse che tutto ciò che interessa il paese sta in cima alla scala dei suoi interessi ideali e della sua curiosità. Così non ha mancato di rilevare la singolare riproposizione di una prassi amministrativa vecchia di trent’anni che pensava finalmente tramontata in via definitiva e che invece torna ora riproposta in ovattata sordina: quella di convocare il massimo consesso cittadino del Consiglio Comunale in orari
“impossibili” e tali da scoraggiare la partecipazione del pubblico alle sedute consiliari, convocandole giusto all’ora di cena, quando la gente comune non è ancora uscita di casa e rimane a sentire i telegiornali. Convocare i Consigli Comunali alle 19,30 era infatti una abitudine del vecchio passato il cui scopo era facilmente intuibile. E domani sera torna di moda la vecchia, proprio vecchia, storia con la convocazione alle ore 19,45: quindici minuti più tardi degli “esempi” tutt’altro che entusiasmanti del passato, ma calibrati sul fatto che l’ordine del giorno è proprio striminzito. Il Consiglio Comunale è infatti stato convocato in seduta “straordinaria” per discutere di un unico argomento: atto di indirizzo per la riorganizzazione delle attività energetiche della Società Multiservizi S.P.A. Argomento che, detto così, appare un po’ ostico e francamente poco comprensibile, che è stato così formulato evidentemente perché si pensa di cavarsela con pochi minuti e correre poi a cena, prima che arrivi gente a sentire che cosa ci sarà mai di tanto poco importante da discutere nel sibillino argomento. Ma chi segue puntualmente le vicende amministrative sa bene che la storia è un po’ diversa, ed è anche la stessa che si ripete anche in altre amministrazioni comunali della zona, ugualmente impegnate a discutere lo stesso argomento in queste stesse giornate. Pare che l’argomento riguardi il prossimo appalto del servizio di distribuzione del gas metano, che farebbe gola anche alla società che gestisce l’approvvigionamento idrico per conto di numerosi Comuni del comprensorio, la Multiservizi s.p.a., appunto. Che però non potrebbe accedere al bando senza una “copertura” adeguata e che sarebbe stata individuata in una altra società, che verrebbe addirittura dalla Toscana, la “Estra”, che sosterrebbe la “scalata” all’appalto. Ma non basta la volontà delle due società per raggiungere la meta ambita, poiché la Multiservizi non può prescindere dall’assenso all’operazione da parte dei Comuni serviti. Ecco il motivo della frettolosa convocazione in orario tanto singolare: bisogna fare in fretta e non scoprire le carte per non avvantaggiare la concorrenza. Così viene riferito in altri Comuni. Dove in questi giorni si dibatte l’argomento. Ma già sorgono accese contestazioni sulla linea da seguire: troppa opacità e poca informazione sulla complessa operazione destano allarme nei settori più sensibili dell’opinione pubblica e a poco è valsa la richiesta di soprassedere alla decisione per ottenere maggiori informazioni. La risposta fornita è che bisogna fare in fretta e senza scoprire troppo le carte. Diciamo subito che non piace a “montenovonostro” questa procedura di somma urgenza e di nessuna informativa pubblica preventiva. Dopo aver ceduto a una società terza i beni strumentali delle reti idriche dei Comuni, adesso si vorrebbe diluire questo patrimonio inglobandolo in quello di un’altra società extraregionale, diversificando lo stesso campo operativo. Tutto senza una capillare e ponderata discussione e senza un coinvolgimento della opinione pubblica. Che cosa comporterà una frettolosa decisione? Non lo sappiamo. E dubitiamo che lo sappiano fino in fondo gli stessi amministratori comunali. Alcuni dei quali stanno chiedendo una pausa di riflessione che, secondo “montenovonostro”, non solo è auspicabile, ma addirittura doverosa. Di avventure e di disavventure con i servizi pubblici trasferiti, dismessi, sospesi e nientaffatto garantiti, abbiamo già altri e fin troppo numerosi esempi, senza bisogno di crearne un ulteriore. Vogliamo allora rivolgere un invito agli amministratori: fermatevi un attimo, prima di tentare altre “avventure” alla cieca.
da montenovonostro |