Italia: “montenovonostro” non comprende i motivi della crisi di governo |
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Lunedì 17 Febbraio 2014 15:06 |
E siamo di nuovo alle dimissioni del governo. Le elezioni politiche di un anno fa non sono servite a niente. Da oltre due anni, ormai, si ripete per la terza volta una crisi che conduce alla peggiore instabilità politica. Nel novembre 2011 il Presidente della Repubblica, anziché sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, ha inaugurato una nuova, sconcertante stagione politica, al di fuori di ogni doveroso rispetto del principio cardine della democrazia, che vuole il governo espressione della volontà del popolo elettore.
Nel più agghiacciante silenzio di tutte le forze politiche che avrebbero dovuto gridare alla rottura dello stato democratico di diritto, il Presidente della Repubblica, con una decisione autocratica passata sotto silenzio, ha preso lo sconosciuto Monti, l’ha fatto senatore a vita, l’ha incaricato di formare un governo tecnico d’emergenza e la nazione è stata così governata da un manipolo di sconosciuti al popolo, che non ha mai votato per nessuno di loro. Nessuno di quei ministri ha mai ottenuto alcun mandato popolare. La giustificazione è stata l’eccezionalità della crisi politica e soprattutto economica. Ma si è trattato di un ripiegamento sul piano dei principi della democrazia elettiva. E come tutti i ripiegamenti che sanno di compromesso, ha prodotto il risultato che tutti i ripiegamenti producono: l’annichilimento della vita democratica e la furibonda esplosione di una crisi economica, che si è ulteriormente ingigantita. C’è voluto poco più di un anno per concludere l’infelice esperienza e giungere a nuove elezioni, sotto l’ondata montante dello sdegno popolare di fronte a una classe politica irresponsabile. Infatti è finita anche peggio, nella totale inagibilità di qualsiasi comprensibile soluzione politica. E di nuovo il Presidente della Repubblica, addirittura riconfermato nella carica, ha imposto ai partiti frastornati una sua soluzione, facendo nascere un governo di larghe intese, contro tutte le promesse elettorali. Ed è arrivato così il secondo governo privo di mandato popolare. Anche stavolta si è scovata la giustificazione nell’eccezionalità della crisi politica e soprattutto economica. Un altro ripiegamento, quindi, e un altro fallimento: dopo appena nove mesi, il governo, nel frattempo passato dalle “larghe intese” alle “strette intese” per la fuoriuscita di Forza Italia, si è dimesso. A sfiduciarlo il suo stesso partito di maggioranza relativa, il PD, che si è staccato la spina da solo sotto la spinta rampantista di un rottamatore da cui si attendono ora miracoli per sanare l’eccezionalità della crisi politica e soprattutto economica. E stiamo così prossimi a un terzo governo privo di mandato elettorale. Un disastro. Nell’arco di due anni ne sono successe di tutti i colori, sempre più cupi, sempre più foschi. E adesso? Dio ce la mandi buona.
da montenovonostro |