Ostra Vetere: “montenovonostro” sui vertiginosi stipendi dei cosiddetti “manager” |
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Lunedì 24 Marzo 2014 21:19 |
Uno schiaffo alla miseria. Non si può definire diversamente la stucchevole polemica di questi giorni sui vertiginosi stipendi dei cosiddetti “manager” degli enti di Stato. E’ giustizia sociale assicurare a tutti gli uomini il diritto a una esistenza dignitosa: ognuno ha diritto ad essere affrancato da disumane condizioni di bisogno per vivere, seppure parcamente, almeno con il minimo indispensabile per sopravvivere senza cadere in povertà. E’ questo un principio di
giustizia sociale irrinunciabile, che “montenovonostro” condivide. Su questa base si attende che tutti coloro che si dedicano al bene comune sappiano promuovere condizioni di convivenza sociale dignitosa per tutti. Cozza però contro questo principio lo scandaloso esempio che negli ultimi tempi viene offerto dai responsabili della cosa pubblica, che lasciano precipitare in miseria lavoratori e imprese, baloccandosi incoscientemente con alchimie politiche ed elettorali, senza nulla fare per arginare una crisi economica e sociale ormai dirompente. E contemporaneamente mantenendo in piedi un sistema premiale per ristrette cerchie di privilegiati al vertice che arricchiscono smisuratamente, mente il popolo è stremato. Non è questa la giustizia sociale e la solidarietà civile. Ancor più ripugna la proterva arroganza di chi, già lautamente superpagato, addirittura irride a ogni tentativo di riequilibrio delle remunerazioni e di ridistribuzione della ricchezza secondo parametri più equi. All’idea perequativa annunciata dal governo Renzi (ma vai a vedere se veramente sarà attuata, anche se è comunque encomiabile nella enunciazione di principio), risponde con irritante e irriverente presunzione il super pagato amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, quel Mauro Moretti di lunga fede ideologicamente sinistra e sindacale, lì collocato su quella poltrona dorata con scelta tutta politica dal suo partito di sinistra, e che “guadagna” la non modica quantità di denaro pubblico o comunque di tutti, pari a 850.000 euro l’anno: cento volte di più di un pensionato sociale. Ci si domanda che cosa mai sarà capace di fare di così tanto straordinario e prezioso un “manager” di Stato che si occupa solo di treni italiani, a fronte dell’impegno mondiale di un capo di stato americano come Barack Obama, che deve accontentarsi di una indennità di appena un terzo della sua lauta prebenda. A nessuno sfugge l’enormità del rapporto: Moretti prende 850.000 euro l’anno, Obama solo 298.507 e il russo Putin appena 131.103. Cos’altro rimane da dire? Che la scomposta reazione di Moretti, che minaccia di andarsene dall’Italia se solo Renzi si azzarda a ridurgli un po’ lo stipendio, merita una sola risposta: emigri pure liberamente altrove, in Italia non abbiamo alcuna necessità di chi è capace di assestare simili schiaffi alla miseria. E ci sentiamo in diritto di esprimere tutto il nostro sconcerto: paghiamo anche noi con il biglietto ferroviario “pesante” la lauta prebenda di simile direttore generale. Come mai non c’è nessuno nel suo partito, nemmeno qui da noi, che sappia dirgli quello che si merita? E nessuno che si domandi chi è stato a decidere di dargli un simile compenso?”.
da montenovonostro |