“montenovonostro” è costernato dalle notizie che si rincorrono in questi ultimi giorni. Non può credere che l’Amministrazione Comunale perpetri l’ultimo inaudito smembramento del patrimonio civile, sociale e sanitario paesano impedendo la riapertura della RSA, che noi invece sollecitiamo. “montenovonostro” non può credere che secoli di storia di assistenza e solidarietà, perpetuata con tanto sacrificio da tante generazioni passate fin dall’epoca dell’inizio dell’autonomia comunale nel Medioevo a oggi, venga disperso con leggerezza, nonostante le traversìe subite in quasi novecento anni di storia. Centinaia di anonimi compaesani montenovesi per secoli hanno offerto il loro contributo disinteressato all’edificazione e gestione dell’Ospedale locale fin dai primordi comunali. Molti di loro lo hanno fatto sacrificando tutto il loro patrimonio familiare a favore di tutti gli altri compaesani, con abnegazione, con grande senso di umanità, con un cuore grande e generoso che nobilita loro, ma che impone ora a noi il dovere di
rispettare i loro sacrifici. A nessuno è consentito disperdere la loro memoria, che è la nostra storia. Non possiamo rinunciare al bene ricevuto da loro. Non possiamo tradire i loro sacrifici. Non può tradire l’anima del paese l’ultima (in tutti i sensi) Amministrazione Comunale che chiude definitivamente la porta dell’ultimo avanzo di struttura per degenti ricoverati. Ci rivolgiamo al Sindaco Luca Memè: ti preghiamo, non chiudere definitivamente la porta della RSA. Lo hai deciso da solo, senza consultare nessuno, frettolosamente tra il 28 marzo e il 1° aprile (bel pesce d’aprile), solo autorizzato da quattro oligarchi della tua maggioranza nella sola Giunta, senza consultare nemmeno il Consiglio e senza consultare nemmeno la maggioranza del paese, che sono i nostri compaesani. Non perpetuare un errore gravissimo già fatto da un tuo predecessore che ha chiuso l’Ospedale. Non privare il paese del diritto a onorare i suoi benefattori, che è anche un dovere. Non fare da solo questa scelta, dopo aver “verificato” un progetto altrui. Manca l’anima in quel progetto. E’ senza cuore. E’ una scelta sbagliata. Te lo diciamo come “montenovonostro”, ma te lo diciamo anche come montenovesi. Te lo diciamo a voce e per scritto anche a nome di coloro che non possono più dirtelo, nè a voce nè per scritto, perché non ci sono più: se ne sono andati in silenzio, senza clamore, come solo le anime belle sanno fare. Ma te lo dicono ugualmente anche loro, con la lapide nell’ingresso dell’Ospedale e che li ricorda: “Ostra Vetere, memore e riconoscente, alle nuove generazioni addita i magnanimi suoi figli che, seguendo l’alto esempio dell’insigne scultore Antonio Canova, generosamente contribuirono a dar vita ed incremento al civico Ospedale: Antonio Monti 1819, Angela Segoni 1868, don Nicola dei marchesi Buti 1875, Rosa Allegrezza 1885, canonico Raffaele Tiberi 1885, capitano Francesco Fiorani 1889, Nicola Tiberi 1892, cavaliere Giuseppe Secondo Ricci 1899, Fernando Fioretti 1901, Napoleone Illuminati 1904, monsignor don Carlo Fioretti 1917, Maria Fattorini vedova Fioretti 1932”. Lascia, Memè, che il paese sia davvero “memore e riconoscente”, come è scritto in quella lapide che li ricorda. Erano montenovesi generosi, volevano bene al paese, avevano un cuore grande. Ci hanno lasciato tutto. E non erano soli, tantissimi altri li hanno preceduti nei secoli precedenti. Di loro ci rimane solo la lapide, che parla per loro, ma parla anche a noi e parla per le nuove generazioni. Ascoltali, Memè. Non impedire la riapertura della RSA. Ascoltali, Memè, e ascoltaci.
da montenovonostro |