Avevamo già dato risposta lo scorso 5 aprile alla prima parte del commento di un lettore che difendeva a spada tratta le decisioni del Sindaco sulla RSA. Avevamo già concordato in larga misura con lui sulla prima parte del suo intervento e lo confermiamo. Sulla seconda parte, il cui problema è certamente più complesso, avevamo detto che gli avremmo risposto nei giorni successivi e ora lo facciamo. Dunque, il lettore testualmente affermava: “1) questa lista ha vinto le elezioni, 2) i suoi rappresentanti eletti prendono le decisioni, 3) non e' che si deve fare un referendum per tutte le decisioni prese dalla giunta comunale, 4) la delibera da mandato al Sindaco di verificare la
fattibilita' del progetto con l'area vasta 2 e il comitato dei sindaci, 5) qualora l'esito risulti positivo verra’ portato all'approvazione del consiglio comunale, (questa e' democrazia), 6) se poi alla fine di tutto ai cittadini non piacera' cio’' che hanno fatto alle prossime elezioni verranno mandati a casa (questa e' democrazia)”. Così recita testualmente la seconda parte del suo intervento, che ora cercheremo di approfondire. Certamente non lo facciamo mediante la sola prima ovvia risposta ai suoi sei punti: “qualunque giustificazione venga addotta in attuazione del principio di “democrazia”, questo deve avere un valore reciproco e cioè che se gli amministratori possono decidere come meglio ritengono opportuno (questo, più che l’invocata “democrazia”, è il libero e consentito principio di “discrezionalità” che certamente “montenovonostro” non mette in discussione) è altrettanto vero che un cittadino, anzi tutti i cittadini, hanno il “diritto” di dire la loro opinione quotidianamente, anche criticando l’operato degli amministratori, subito, senza rinvii. Questa sì che è “democrazia”. Che, peraltro, non può essere ammutolita con il rinvio del giudizio solo e soltanto al momento del voto conclusivo di un mandato elettivo. Ecco quindi il punto sul quale non siamo d’accordo con il nostro lettore. Che forse non ha fatto caso ad una conseguenza negativa della sua affermazione: limitare la libertà di parola di “montenovonostro” al solo momento conclusivo del voto significa, per converso, impedire il libero esercizio della critica contestuale. E questo, qualunque cosa ne pensi il nostro lettore, “non è democrazia”. Ciò anche perchè “montenovonostro” professa tre principi cardine della propria attività civile, che sono “libertà, autonomia, giustizia”, tutte facce della medesima sostanza, la “democrazia”. Per questo “montenovonostro” si sente autorizzato ad esercitare la sua “libertà” di parola, in tutta “autonomia” dai partiti, alla ricerca della “giustizia” civile e sociale. Senza limitazioni. Per questo esprime la sua opinione con tutta franchezza. Non certo per preconcetto o prevenzione, tantomeno per faziosità, ma solo per esprimere il proprio pensiero, in modo che questo possa “aiutare” coloro che amministrano a fare bene, senza sbagliare, e a correggere gli errori che possono accadere, anche in buonafede. Non critica, “montenovonostro”, solo per il gusto di criticare. Anzi. E’ proprio dispiaciuto di doverlo fare, perché significa che l’amministrazione che viene criticata sta sbagliando. E di fronte agli amministratori che sbagliano (tenendo ben presente che a tutti può accadere di sbagliare anche senza intenzionalità) è un dovere civile insopprimibile dirlo subito e senza peli sulla lingua. Non certo per offendere chi sta sbagliando, non certo per intralciare la loro azione. Ma per aiutarli a non intestardirsi sugli errori, il cui peso non ricade solo su loro, ma su tutti i compaesani. Ecco perché “montenovonostro” non ha peli sulla lingua: lo fa nell’interesse del paese e per aiutare gli amministratori a non sbagliare. Sì, aiutare. Questa è democrazia, altro che il supino silenzio connivente, cui vorrebbe indurci il nostro lettore. Noi diciamo la nostra, gli amministratori la terranno nel conto che ritengono più opportuno, correggendosi o perseverando nell’errore, se vogliono. Non possiamo certo impedir loro di sbagliare e d’altra parte rispettiamo il loro ruolo decisionale, cui li hanno delegati i compaesani con il voto. Ma non devono sbagliare, altrimenti ci va di mezzo il paese. Aspettare quattro anni a esprimere un tardivo dissenso non è nel carattere di “montenovostro”. E a quel che ci risulta non è nemmeno nel carattere degli amministratori che, testualmente, proprio in quell’improvvido comunicato del 17 gennaio che ci ha particolarmente offeso, ci avevano addirittura rimproverato sull’argomento della sospensione della RSA perché, secondo loro, avremmo “potuto e dovuto attivarsi per fare in modo che tutto ciò non succedesse”, proprio noi che non avevamo alcun dovere di fare, mentre era “loro” dovere di minoranza dell’epoca fare qualcosa, oltre che alzare annuenti la mano per approvare all’unanimità la delibera consiliare n. 47 del 20 novembre 2012, come hanno fatto. Non ci è piaciuto affatto quel comunicato e l’abbiamo subito criticato duramente, pronti a dare il resto se dovessero ripeterlo. Ma per tornare alle attuali contingenze, che “montenovonostro” non sia d’accordo sul nuovo piano proposto, senza nemmeno sentire il Consiglio, dal solo Sindaco e che impedisce la riapertura della RSA, “montenovonostro” lo dice subito. E dice che è sbagliato, in democrazia, decidere da soli senza sentire né il Consiglio né i compaesani. Così che a nessuno potrà venire in mente in futuro la furbizia di chiederci ancora dove eravamo in questo frangente: perché “montenovonostro” è qui e intende rimanere qui a difendere la libertà, l’autonomia e la giustizia per il paese. E non può certo essere un singolo lettore a impedirlo, perché ne va dell’interesse di tutti.
da montenovonostro |