Orribile a dirsi. La clamorosa protesta di ieri che ha portato a un infuocato comunicato pubblico con cui i due ex sindaci di sinistra di Monterado, Gianni Diamantini, e di Castel Colonna, Massimo Lorenzetti, in aperta polemica con l’ex sindaco di sinistra di Ripe, Fausto Conigli, candidato alla guida del nuovo Comune fuso, dimostra quanto quel progetto sia “fuso” davvero. Diamantini e Lorenzetti avevano accusato Conigli con parole di fuoco, sbattendo la porta appena tre giorni
prima delle elezioni comunali di domenica prossima. Assicurano che il progetto di fusione era giusto (e ci mancava altro che due sindaci di sinistra fossero capaci di riconoscere di aver sbagliato!) però intanto silurano il loro ex collega Conigli, accusandolo di tutto e di più e scrivono: “Non condividiamo la metodologia adottata ed i contenuti presenti nel programma della lista del nostro ex Collega Sindaco Fausto Conigli, che, a nostro avviso, non tiene conto delle esigenze, delle peculiarità e delle rappresentanze di tutte le comunità e per le quali un anno fa, tutti insieme avevamo condiviso”. Evidentemente si erano sbagliati, anche se adesso non vogliono ancora ammetterlo. Replica allora l’accusato Conigli, ricordando che: “la fusione dei tre Comuni era stata preceduta da assemblee e incontri serrati con i cittadini, assemblee e incontri decisi sempre alla presenza dei tre Sindaci che si sono dimostrati costantemente in accordo tra loro e che avevano condiviso un progetto coinvolgendo in prima persona non solo se stessi ma le giunte, i Consigli Comunali, tutte le associazioni. Anche l’intera popolazione del territorio si è sentita impegnata a discutere, decidere, votare e credere in tale progetto che avrebbe costruito una comunità. E’ d’obbligo ricordare a questo punto i risultati del referendum, di fatto un plebiscito. Oggi le considerazioni degli ex Sindaci Lorenzetti e Diamantini non si comprendono se non in una logica di spartizione delle poltrone completamente estranea al nostro modo di fare politica e offensiva nei confronti dei giovani e meno giovani che hanno dato la loro disponibilità a mettersi in gioco per il bene comune. Sono profondamente dispiaciuto che esclusivamente per mania di protagonismo si sia giunti a tanto”. E ovviamente si scatenano anche gli altri due candidati a sindaco per guidare il nuovo Comune di Trecastelli. Il monteradese Nicola Peverelli che afferma: “Le dimissioni di Diamantini e Lorenzetti, in aperta polemica con Conigli, sono il frutto di ciò che noi abbiamo scoperto e comunicato in queste settimane nei nostri incontri, una cosa clamorosa, abnorme: il programma triennale di opere pubbliche 2014 – 2016 del comune di Trecastelli, che è di circa 6 milioni di euro, prevede che a Passo Ripe, Castel Colonna, Monterado, Ponte Rio, Brugnetto, venga impiegato solo il 14% delle risorse, meno di un milione. Nel nuovo comune le frazioni di Passo Ripe e Brugnetto e i territori di Castel Colonna e Monterado non contano nulla, non avranno investimenti significativi. E’ come se non esistessero. La fusione, che doveva essere il rilancio del nostro paese, sta diventando, nelle mani di Conigli, una grande occasione persa, non un motivo di coesione, ma la lacerazione di un territorio. Tutto il contrario di ciò che ci siamo detti un anno fa”. Una contrapposizione tutta “economica”, quindi. Non si tira indietro dalla mischia neanche la terza candidata a sindaco (sempre di sinistra), la castelcolonnese Giuseppina Fattori: “Le dimissioni doverose e coraggiose degli ex sindaci Diamantini e Lorenzetti dal comitato dei sindaci che gestisce, insieme al commissario prefettizio, l’amministrazione attuale di Trecastelli testimonia quanto le mie preoccupazioni, le riflessioni che con la lista “Solidarietà Partecipazione” ho proposto in queste settimane di incontri elettorali, abbiano fondamento. Costruire una nuova comunità, realizzare un’unica struttura amministrativa, progettare il territorio, equilibrare le risorse, valorizzare e tutelare quanto ogni paese ha costruito, richiedeva e richiede capacità di riconoscere non solo il valore della partecipazione ma indipendenza da interessi particolari, fossero di campanile o di lobby”. Una contrapposizione tutta “ideologica”, quindi. Risparmiamo ai nostri lettore le altre decine di accesi interventi a favore dell’uno e contro l’altro, con rivendicazioni, queste sì, spesso campanilistiche e faziose, tutte tra e fra la sinistra, mentre il centro e la destra non hanno nemmeno presentato liste. Ma come: la “fusione” che tutti hanno fermamente voluto, non doveva essere la “base” di una sola “comunità” armoniosa, tutta proiettata verso il “sol dell’avvenire”? Se queste sono le premesse, ne vedremo delle belle. “montenovonostro” non gode certo di queste misere, passionali e iraconde contrapposizioni. E lascerebbe ben volentieri ognuno alle proprie disgrazie che si è cercato da solo, se non fosse spaventato. Perché teme che la malapianta della divisione che sta crescendo rigogliosa a Trecastelli possa essere trapiantata purtroppo anche da noi, perché: “Altro che Trecastelli, sono solo "treCestelli“ bucati che fanno acqua da tutte le parti”. E lancia un appello ai montenovesi: guardiamo bene che cosa sta capitando a casa d'altri e non cadiamo nella stessa trappola anche noi, finchè siamo in tempo.
da montenovonostro |