Ostra Vetere: Tre esempi smentiscono la legge elettorale comunale improvvida e un po’ antidemocratica |
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Venerdì 30 Maggio 2014 15:28 |
Inseguire ogni novità è ormai una moda irrefrenabile. Da un trentennio la legge non scritta ma imperativa della tumultuosa società contemporanea è lapidaria: “Cambiare”. E ogni cambiamento è buono purché sia nuovo. Meglio se addirittura “trasgressivo”, basta che si cambi. “montenovonostro” non è certo contrario al cambiamento e alle innovazioni. Ma a condizione che porti non tanto a cose nuove, ma a cose migliori. Nuove e migliori non sempre coincidono. Talvolta le cose nuove non sono
migliori delle vecchie e talvolta sono addirittura peggiori. Quindi le novità vanno bene, ma solo se sono migliori delle vecchie. Prendiamo ad esempio le riforme istituzionali. Il discorso è complesso e necessita di una premessa sull’esperienza passata, che svolgeremo adesso, mentre rinviamo a prossimi comunicati l’analisi delle attualità. All’incirca una ventina di anni fa venne introdotta una modifica sostanziale sulle elezioni degli organi comunali. Prima di allora i cittadini eleggevano i Consiglieri Comunali e solo questi, in Consiglio, eleggevano a loro volta il Sindaco e gli Assessori della Giunta Municipale. Nel caso di sfiducia o rinuncia o decadenza del Sindaco e della Giunta, il Consiglio Comunale provvedere ad eleggere un nuovo Sindaco e una nuova Giunta, senza interruzione della “legislatura”. Quindi il Consiglio Comunale era espressione della volontà popolare e il supremo organo amministrativo del Comune. La riforma ha cambiato completamente questa architettura costituzionale: il Sindaco viene eletto direttamente dai cittadini insieme ai Consiglieri. Poi è il Sindaco che nomina gli Assessori, potendoli scegliere anche al di fuori del Consiglio. Quindi il massimo organo del Comune non è più il Consiglio Comunale, ma il Sindaco. E, temendo che il troppo potere concentrato nelle mani di uno solo, è stato posto il limite dei tre mandati, di cui solo due consecutivi. In caso di sfiducia o rinuncia o decadenza del Sindaco anche il Consiglio viene sciolto, cade la “legislatura” e si va a nuove elezioni anticipate. Quello che è successo lo scorso anno a Montenovo. “montenovonostro” l’ha detto più volte: questo epilogo non gli piace, né gli piace questa legge elettorale. Non è nemmeno d’accordo sulla limitazione per legge del numero dei mandati del Sindaco, perché a decidere il cambiamento devono essere i cittadini con le elezioni, non lo Stato con una legge. Se un Sindaco fa bene e i cittadini lo eleggono ancora, che motivo c’è di cambiarlo. Cambiarlo significa coartare la volontà dei cittadini e questo non appare conforme alla piena attuazione della libertà elettorale e della democrazia. Ora, tre esempi venuti alla ribalta in questi giorni confermano la giustezza delle osservazioni d “montenovonostro”. A Zambrone in provincia di Vibo Valentia in Calabria, il sindaco Pasquale Lambro appena riconfermato è morto improvvisamente durante i festeggiamenti per la vittoria. Il Comune verrà commissariato e si dovranno rifare nuove elezioni. Una mazzata in capo alla comunità in cordoglio per lutto cittadino. Questo, per effetto della legge elettorale, mentre la precedente legge avrebbe consentito al Consiglio Comunale di eleggere un nuovo Sindaco senza far arrivare il Commissario e senza rifare le elezioni. Il secondo caso è quello del Comune di Valtorta in Val Brembana in provincia di Bergamo, dove l’81enne Piero Busi è stato rieletto per l’undicesima volta Sindaco, sebbene avesse dovuto cedere il passo fra il 2004 e il 2009 dalla legge che gli impediva il terzo mandato consecutivo. In compenso in quei cinque anni ha fatto il vicesindaco. Che bisogno c’era, allora, di quella interruzione imposta da una improvvida legge. Il terzo caso è quello del Comune di Nusco in provincia di Avellino dove l’onorevole Ciriaco De Mita, già segretario nazionale della Democrazia Cristiana e Presidente del Consiglio dei Ministri poi Parlamentare Europeo, alla veneranda età di 86 anni è stato adesso eletto Sindaco del suo Comune con l’80% dei voti. Sono forse necessari altri esempi per dire che la legge attuale appare davvero improvvida e un po’ antidemocratica, esattamente come ha sempre sostenuto “montenovonostro”? E invece che cambiare questa legge sbagliata la politica vorrebbe fare altri cambiamenti con l’abolizione delle Provincie e del Senato. Sarà meglio pensarci bene, prima di fare altri danni.
da montenovonostro |