Una lettrice prende spunto dal comunicato di “montenovonostro” di qualche giorno fa sull’esito delle elezioni europee, con troppi che si attribuiscono meriti inesistenti o perlomeno che niente hanno a che vedere con l’Europa. Quell’Europa che proprio in questi giorni festeggia il 70° anniversario del “D-day” del 6 giugno 1944, quando avvenne lo sbarco degli alleati liberatori in Normandia, preludio alla
liberazione dei popoli europei, anniversario che quest’anno capita subito dopo le elezioni europee: "Le cronache dalle periferie dell'impero dell'Unione Europea riportano festini e profluvi di incenso per il successo elettorale dei soliti noti (Senigallia e altrove), ma gli esiti delle elezioni in Europa indicano che l'onnipotenza dei buracrati non eletti, sopratutto quelli delle nazioni predominanti nell'Unione si avviano a fine corsa. Una valanga di forze politiche antagoniste di questa Unione Europea imperiale, dal Regno Unito alla Francia e al resto d'Europa ha investito Bruxelles a Strasburgo. Nonostante il prevedibile arroccamento dei due gruppi politici dominanti, niente sarà come prima a Strasburgo. Per quanto riguarda le opinioni oggettive e il grado fiduciale degli alleati sui governanti italiani attuali, converrà accedere a fonti diverse dai media italiani. Si scoprirebbe una spiacevole realtà. Il "rating" assegnato dall'opinione pubblica e dalle istituzioni politico-culturali estere, in particolare americane, ai governanti italiani non è cambiato affatto, purtroppo. In allegato un esempio ripreso dal Web che può riflettere realisticamente le opinioni comuni degli americani, non solo dei ceti popolari o da barzelleta, nella circostanza della commemorazione del D-Day in Normandia". E per far meglio comprendere il senso della vicenda, allega un articolo di giornale intitolato "Indovina chi non viene a cena" che afferma: "L'altra mattina si è verificato un episodio sintomatico a Bruxelles. E' avvenuto un episodio simile al famigerato sorrisetto di Sarkozy su Berlusconi, ma molto molto peggio e ben più grave. Dopo le riunioni ufficiali del G7, Barack Obama ha organizzato una riunione strategica "con i partner europei" (quindi niente Cina, niente Giappone) per stabilire alcuni "punti fermi nella strategia politica globale dei prossimi mesi". L'ora era le 17. Il nostro premier si è accodato, tutto contento. Peccato che l'Italia non sia stata invitata. Ci sono andati la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Lui no. Quindi, nessuno di noi. L'Italia è stata tenuta fuori. Lo capisco. Grazie alla nostra overclass, il nostro Paese è ritenuto non affidabile, non attendibile, non adulto a sufficienza per ascoltare ciò che devono dirsi i grandi che contano. La cupola mediatica - a differenza che per il sorrisetto di Sarkozy - ha provveduto a non comunicare la notizia, non sottolinearla, non darle enfasi. Ecco perchè serve qualche atto comportamentale immediato di grande spessore. Gli investitori internazionali stanno scappando via: è il danno collaterale provocato da persone come Berneschi, Bazoli, Pesenti, Penati, Ligresti, Greganti, ecc. Chi li paga, questi danni? Quanto ci costa la nuova immagine di un nostro premier che viene tenuto fuori della stanza che conta? Quanto ci costa il fatto che nessun telegiornale abbia dibattuto sulla vicenda? L'Italia va a guidare il semestre europeo non per merito, ma per burocrazia, dato che c'è il turnover, quindi tocca a noi. Ci arriva schiaffeggiata e umiliata, avvilita e denigrata. Non si otterrà, dunque, un bel nulla. Ciò che ci prospettano è pura piatta retorica. Per i partiti verticali è l'ultima spiaggia. E' la loro, non degli italiani. Per noi è la prima spiaggia. Per i cittadini, per gli intellettuali liberi e pensanti, per i soggetti autonomi e indipendenti, per gli appassionati civili per bene, si tratta di equipaggiarsi per lo sbarco nel "Paese normale". Dal D-day del 6 Giugno 1944 che oggi si celebra, al O-day di domani. Dove O sta per zero. Tolleranza zero. Mafia zero. Criminalità organizzata zero. Nominati zero. Parassiti zero. Come le bibite senza zucchero, fa anche bene alla salute. Rimbocchiamoci le maniche e chiamiamo a raccolta la parte nobile del paese che esiste, eccome se c'è. Lavoriamo per il nostro sbarco. Perchè vinciamo noi: questo è poco ma sicuro", ed è firmato da Sergio Di Cori Modigliani con un post scriptum: "PS: Ha partecipato Napolitano agli incontri ai quali Renzie non è stato invitato. 7 Giu 2014, 13:40". e segue un commento: "Commenti. La scomposta reazione dei fans di Renzie all'articolo di S. Modigliani di oggi dimostra il fanatismo, il degrado servile, il provincialismo culturale becero di questi nuovi compagnucci della parrocchietta renziana. Non solo ignorano gli eventi tragici della storia che si conclusero con lo sbarco vittorioso di Normandia (D Day) degli Alleati a occidente, e l'avanzata travolgente dell'Armata Rossa da est. Ignorano o fingono di ignorare in modo grottesco che l'Italia nel D-Day era il nemico alleato di Hitler e che molti reduci alleati ancora viventi - che partecipano alla commemorazione dello sbarco di Normandia - portano anche le ferite di armi italiane. L'invito di cortesia alla commemorazione dell'evento esteso anche ai rappresentanti italiani non deve far dimenticare i fatti tragici, l'opportunità di tenere un basso profilo per quelle responsabilità pregresse, e il senso della misura. Altro che la pretesa inopportuna e volgare dei fans renziani di pretendere fanfare, pennacchi e salamelecchi con i quali i Grandi delle Nazioni vincitrici avrebbero dovuto ricevere e innalzare su un piedistallo questo piccolo giovinastro che eventi di degrado e sfacelo della vita sociale ed economica dei cittadini e dello stato hanno catapultato al governo come un gioco dei tarocchi. I fanns renziani non si rendono conto che la loro cultura e informazioni truccate da parrocchietta rossa supera il limite del ridicolo? L'articolo di Modigliani dimostra che l'autore ha buone fonti di informazione e altrettanta buona conoscenza del "rating" assegnato dall'opinione pubblica e dalle istituzioni politico-culturali internazionali, in particolare americane, agli eventi e ai personaggi che rappresentano il Paese. I grandi interessi in gioco da tutelare non fanno lesinare la cortesia protocollare per i rappresentanti italiani in queste commemorazioni. Il giudizio brutale non cambia e gli eventi politici "pittoreschi" italiani danno sempre esca per definire il paese: "spagheti e manduline". Una lettrice".
da montenovonostro |