Il principio costituzionale della separazione dei poteri fra Governo, Parlamento e Magistratura, ovvero tra gli Organi esecutivo, legislativo e giudiziario non è un concetto astruso ed estraneo alla vita quotidiana anche in un piccolo Comune come il nostro. La vita della comunità nazionale è anche la vita della comunità locale e le regole valgono per tutti: a Roma, a Milano e anche a Montenovo. Ma questo principio sembra essere ormai messo in discussione da tutto quello che sta succedendo nella politica e nelle aule dei Tribunali. Il decadimento o addirittura il disfacimento delle istituzioni è sotto gli occhi di tutti: politici, ex ministri, parlamentari in galera, come anche giudici e generali della finanza coinvolti in scandali e ruberie. “montenovonostro” si domanda: ma se coloro che dovrebbero presiedere lo Stato e farlo funzionare al meglio sono sempre più spesso coinvolti in casi di malaffare, di chi può più fidarsi il cittadino qualunque? Se proprio coloro che dovrebbero impedire la commissione di reati sono fra quelli, sempre più numerosi, che li commettono, come potrà ancora reggere a lungo questo Stato? Il caso clamoroso dei forti dissidi all’interno della Procura di Milano con i litigi fra giudici per “accaparrarsi” o per “sottrarsi” fra loro i fascicoli di inchiesta più scottanti e che coinvolgono i politici e i parlamentari, che significano? Cosa nascondono? Eppure la “giustizia” è il primo e più delicato compito dello Stato e “montenovonostro” ne riconosce la preminenza, tanto è vero che lo inalbera nel suo motto che è “libertà, autonomia, giustizia”. E dove sta ora la “giustizia”? In che mani è affidata? Uno Stato di diritto deve assicurare “giustizia” e “giustizia giusta”. Che non riusciamo più a scorgere. E’ proprio ora di dare una sterzata, prima che succeda l’irreparabile.

da montenovonostro