Ostra Vetere: Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino |
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Martedì 05 Agosto 2014 19:41 |
Torniamo a parlare della descrizione magniloquente (niente a che vedere con le assonanti “magnate” in cui si sta inopportunamente specializzando l’attuale amministrazione comunale) del nuovo “camion” comunale, entusiasticamente vantata da apposito comunicato ufficiale dello scorso 28 luglio. Anche a prescindere dalle grasse risate dei numerosi commentatori che appaiono in questi giorni sui social-network amplificatori del presunto portento nostrano, a causa delle spropositate iperboli laudatorie che mortificano il
sentimento patrio per un modesto nuovo “camion” comunale, vorremmo ricordare il caso precedente occorso ad altro autocarro comunale antidiluviano (questo sì acquistato prima del diluvio sfascista che affogò il paese per un ventennio) che, prima delle piogge decembrine, fu impiegato per inaugurare il trasporto, in data 29 novembre 1985 alle ore 11 del mattino, della prima “camionata” di ghiaia della stagione invernale per la dovuta manutenzione non delle principali strade vicinali bianche del territorio, a beneficio della gran parte della popolazione rurale, bensì in quella contrada secondaria di via Breccioli che interessava molto più personalmente l’allora nuovo amministratore comunale. Singolare senso delle priorità e dell’equità nutrito da quella compagine amministrativa, mai sufficientemente criticata! Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino, si diceva allora. E infatti l’autocarro, mal diretto, finì con una ruota dentro il tombino dell’incrocio sulla provinciale, rovesciando platealmente il carico di ghiaia sulla carreggiata, sfasciandolo. Un uso improprio, quindi, più che propriamente colpito dalla malasorte. Prendiamo spunto da questo non entusiasmante aneddoto per consigliare un uso più accorto e parsimonioso del nuovissimo autocarro, che sarà anche “camion” ipertecnologico come dice l’enfasi municipale, ma sempre adibito al trasporto di modeste cose è. Senza tante iperboli spropositate. Ad evitare che si possa tornare a ripetere, come allora: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.
da montenovonostro |