Favole moderne. C’era una volta una buca, poi un’altra, un’altra e un’altra ancora. Era stato il burbero tempo inclemente della pazzerella stagione corrente a seminarle fin troppo generosamente lungo la strada paesana, nonostante fosse asfaltata. Per un po’ hanno resistito giulive e imperterrite, ma poi è venuto il principe azzurro (nel senso che forse indossava la tuta blu) alla guida dell’ipertecnologica carrozza-camion del regno locale dai tanti superbi cavalli, per rimediare allo strazio. Saggia decisione, questa, poiché non potevano rimanere più a lungo in quel modo, quelle buche dispettose. Meglio mandare il principe azzurro a rimediare, deve aver pensato il mago Memlino. E la bella favola estiva poteva così giungere alla felice conclusione. Ma com’è, come non è, sorse un problema imprevisto. Il principe era sì, azzurro, ma non era come la fata turchina e quindi non aveva la bacchetta magica: non poteva moltiplicare il nero catrame per tutte le buche del regno locale e così il principe azzurro (forse sempre con la tuta blu) assunse una salomonica decisione: ne attappò una sì e una no. E il risultato è nella foto di gruppo. Meglio un po’ che niente, deve aver pensato, dubbioso. D’altra parte il nero catrame costa e bisogna lesinare l’investimento, né si può certo dare la colpa al principe azzurro, perché la colpa, semmai, è dell’improvvido mago Memlino che aveva comprato la ipertecnologica carrozza-camion dai molti superbi cavalli del regno locale, ma con poco catrame. Mica si potevano attappare tutte le buche, no? Sennò non rimanevano zecchini per i dolci pasticcini degli affamati boiardi della corte. Bisognava fare le cose giuste per tutti, sia in alto a castello, che in basso nel borgo, devono aver pensato entrambi d’accordo, sia il principe azzurro che il mago Memlino, distribuendo i costi con giustizia ed equità: una buca a me, un pasticcino a te. Più giusto di così? E tutti vissero felici e contenti. Così così!

da montenovonostro