Provincia: Se quattro liste vi sembran poche, la vecchia politica risorge |
|
|
|
Martedì 16 Settembre 2014 16:43 |
Si consumerà il prossimo 12 ottobre l’atto conclusivo della trasformazione della Provincia. Non più elettiva a suffragio universale, come è stato per settanta anni, ma a suffragio limitato a una selezionata classe politica partiticizzata che eleggerà in secondo grado i nuovi amministratori provinciali. Roba da “oligarchie bizantine” e “gattopardesche” per far cambiare tutto, mentre non cambierà niente. Stesso ambito territoriale per le stesse competenze, stessi poteri gestionali, ma nessun mandato popolare e, quindi, ridotte possibilità di controllo democratico. Niente più accese lotte di idee. Il piatto acido del soffocamento della democrazia
elettiva, ammannito dalla recente riforma rottamatrice, va servito freddo. Basta con le discussioni e i confronti democratici. Basta con le liturgie del voto popolare. Roba del passato. Adesso siamo “Avanti!”. A che cosa, non si sa. Però siamo “Avanti!”. E a molti purtroppo basta il vecchio slogan socialista per sdoganare la peggiore riforma oligarchica della carta costituzionale. Ma così, ormai, gira il mondo. E continuerà a girare fino a quando non si romperà la testa. Poveri noi. Saranno quattro le liste che si contenderanno l'elezione a ranghi ridotti, anzi ridottissimi, del nuovo presidente e del nuovo striminzito consiglio provinciale di Ancona. Che non rappresenterà più i cittadini, ma solo i partiti, anzi, solo alcuni di loro. Al massimo due. Oltre a PD, SEL e il raggruppamento a destra di Forza Italia, NCD e Fratelli d'Italia-An, l’unica sorpresa sarà la lista civica promossa dal sindaco di Jesi Massimo Bacci. E non sarà un successo. I democratici hanno bruciato il naturale candidato alla presidenza, già vicepresidente della Provincia di Ancona, che è stato Giancarlo Sagramola, oggi sindaco di Fabriano: non è più gradito in casa democratica poiché “ereticamente” schierato a difesa della ricandidatura in Regione di Gian Mario Spacca, fabrianese anche lui, ma cui il PD vorrebbe stornarne la ricandidatura nella primavera prossima. Così il PD avrebbe individuato nel sindaco di Montemarciano, Liana Serrani, responsabile dell'Anci Marche per i rapporti con la Regione, la candidata alla presidenza della Provincia che dovrebbe subentrare al commissario PD Patrizia Casagrande. Serrani ha ottenuto le firme di tutti i sindaci, compreso quella dell’ormai ex concorrente Giancarlo Sagramola, che si è bruciato con la sua uscita a sostegno della richiesta di primarie di coalizione per la scelta del candidato presidente della Regione, avanzata dal governatore uscente Gian Mario Spacca e da Marche 2020. Non ci avevano detto che “Adesso” rottamavano la “vecchia politica”? E questa cos’è?
da montenovonostro |