Ostra Vetere: TFR è una sigla ma non significa Troppo Forte Renzi |
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Giovedì 09 Ottobre 2014 22:27 |
Grandi dibattiti, in questi giorni, sul TFR in busta paga. Ma cos’è il TFR? Certo non è l’acronimo di “Troppo Forte Renzi” come fa la parodia Crozza. Non solo perché su questo argomento Renzi è tutt’altro che forte, ma anche perché rischia di trovarsi molti contro. Confindustria, Confcommercio, sindacati con la Camusso in testa, imprese, artigiani: non gradiscono l’idea. Il TFR è il Trattamento di Fine Rapporto, cioè la
liquidazione che spetta al lavoratore dipendente al termine del periodo lavorativo. E’ quindi una retribuzione “differita”: sono soldi già del lavoratore, che gli vengono però accantonati in vista della “buonuscita” finale. E se il lavoratore ha la ventura di non cambiare datore di lavoro durante la sua vita lavorativa, alla fine, quando va in pensione, si ritrova un discreto gruzzoletto, che lo mette al riparo dalle incertezze della vita futura. Renzi vorrebbe ora anticiparne la liquidazione a rate mensili, per dare l’illusione al lavoratore di avere uno stipendio più alto, in modo da spenderlo per rilanciare l’economia nazionale. Ma così facendo non aumenta di un euro ciò che è già del lavoratore e lo mette solo in condizione di dilapidare quel che faticosamente sta mettendo da parte. Dimentica di dire, Renzi, che se il TFR va mensilmente in busta paga, poi al lavoratore non rimarrà niente al momento del licenziamento o del pensionamento. Altro che “buonuscita”, questo è un calcio nel sedere, bello e buono. Forse allora “TFR” è da leggere come “Troppo Furbo Renzi”. Anzi furbastro.
da montenovonostro |