Ostra Vetere: Perché i politici ci sottraggono la gestione dei servizi pubblici del Comune? |
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Giovedì 27 Novembre 2014 22:26 |
“montenovonostro”, lo ha detto, assume a suo scopo istitutivo il criterio della “autonomia”. Vediamo un po’ meglio che cosa si intende con questa parola. L’autonomia è la possibilità per un soggetto, pubblico e privato, di svolgere le proprie funzioni senza ingerenze o condizionamenti da parte di terzi. A parte il caso dell’autonomia privata, vogliamo parlate di autonomia pubblica, che è un dato politico. In politica per autonomia si intende la capacità e facoltà di governarsi e reggersi da sé, con
regole proprie. Ecco, questo è il concetto di “autonomia” che intende “montenovonostro”: amministrarsi liberamente. Pensa, cioè, che tutti i servizi pubblici debbano essere gestiti con criteri “pubblici” attraverso i rappresentanti del popolo liberamente eletti mediante mandato temporalmente limitato, seppure rinnovabile, per quegli amministratori che abbiano dimostrato di aver bene e fedelmente amministrato la cosa di tutti. E invece in questo ultimi trent’anni assiste a una progressiva riduzione dell’autonomia comunale. Per fare un esempio: fino a trent’anni fa i servizi pubblici, connessi ai beni pubblici come salute (e quindi ospedali), igiene ( e quindi raccolta dei rifiuti), prime necessità (e quindi acquedotti), istruzione (e quindi scuole), trasporti (e quindi manutenzione stradale e trasporti urbani), controllo del territorio (e quindi vigili urbani), edilizia (e quindi case popolari), eccetera, eccetera, erano gestisti direttamente dagli enti locali, amministrati da rappresentanti del popolo che li eleggevano per cinque anni. Adesso la maggior parte dei servizi pubblici sono stati sottratti ai Comuni e vengono gestiti da enti strumentali esterni agli enti locali, i cui amministratori non vengono più eletti direttamente dal popolo, ma solo dai partiti. Pensavamo di essere da soli a nutrire questi concetti, ma un recente comunicato del consigliere regionale Paolo Eusebi ci fa ricredere: evidentemente c’è ancora ci ragiona con la propria testa. Dice il consigliere regionale Paolo Eusebi a proposito della gestione del servizio pubblico dell’acquedotto gestito non più dai singoli Comuni, ma dalla società da Multiservzi: “Paolo Raffaeli ha 63 anni ed è stato sindaco di Montemarciano nonché presidente del consiglio provinciale di Ancona. Un politico vero, di certo non un tecnico ne un manager. Di fatto, ora è il nuovo presidente di Multiservizi. Lo ha proposto sua maestà la Mancinelli (n.d.r. sindaco PD di Ancona) in ossequio - a suo dire - a competenze, capacità, esperienze e professionalità. Trattandosi di una delle più importanti aziende delle Marche ci sarebbe davvero di che essere soddisfatti. Eppure sul Corriere.it Raffaeli alla voce professione viene genericamente indicato come: operaio-artigiano-agricoltore. Bene, professioni rispettabilissime ma con le partecipate c’entrano ben poco. Raffaeli un aiutino sicuramente l’ha avuto grazie al suo essere presidente della “Fondazione Primo maggio”. Voi direte: ma che Fondazione è. Semplice. Dal sito della Fondazione: “La Fondazione Primo Maggio non ha scopo di lucro e opera nell’ambito del territorio della Regione Marche. Fondatori della Fondazione sono i Democratici di Sinistra della Federazione Provinciale di Ancona. Presidente della Fondazione è Paolo Raffaeli, già Tesoriere provinciale DS. La Fondazione Primo Maggio nasce il 9 aprile 2009 ereditando il Patrimonio immobiliare già di proprietà dei DS della provincia di Ancona i quali a loro volta lo avevano ereditato dal PCI prima e PDS poi.. ”. Molto bene. Per la Mancinelli però Raffaeli ha le carte in regola per governare Multiservizi, che non è una realtà da poco. Ma la Mancinelli è certa che col suo fido e fidato Patrizio Ciotti, Raffaeli farà grandi cose. Noi siamo molto meno convinti e chiediamo a gran voce che i conti di Multiservizi, comprese le esposizioni bancarie, vengano forniti con dovizia di particolari all’intera comunità. A quella comunità che paga la Mancinelli, Ciotti ed ora lo stesso Raffaeli”. Grande Eusebi: anche noi la pensiamo allo stesso modo e chiediamo anche noi di sapere le stesse cose che lui vuole sapere: perché anche a Montenovo sono stati ceduti alla Multiservizi gli acquedotti comunale e consortile? Che cosa ne ha guadagnato il Comune di Montenovo? Quegli impianti ci erano costati cari: quanto sono stati pagati? Quanto costava la gestione di quei due acquedotti finchè erano rimasti comunali? Quanti erano gli incassi di quegli acquedotti allora? Quanto ci costano oggi? Quanto pagano i compaesani un servizio sempre più lontano e che nessuno, a Montenovo, riesce più a controllare? E’ stato un bene rinunciare all’autonomia comunale in materia di acquedotti? E la raccolta dei rifiuti? E il servizio di vigilanza urbana? E i servizi socio-sanitari? E’ tutto quello che, pezzo a pezzo, le amministrazioni di questi ultimi trent’anni hanno rinunciato a gestire, per affidarlo non si sa a chi. Adesso lo sappiamo: a un politico navigato che nessuno hai mai visto qui a Montenovo e probabilmente mai lo vedrà. Un vecchio, saggio detto popolare, però ammoniva: “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo”, intendendo dire che solo la cura assidua del padrone di casa fa marciare bene le cose a casa propria. E invece adesso la roba nostra viene gestita da terzi che niente c’entrano con il paese. Grazie (si fa per dire) a chi ci ha amministrato il paese in questi ultimi trent’anni.
da montenovonostro |