Ostra Vetere: Siracide, chi era costui? |
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Lunedì 12 Gennaio 2015 20:07 |
Parafrasando una celebre frase dei Promessi Sposi del Manzoni, che metteva in bocca al povero don Abbondio l’amletico dubbio «Carneade! Chi era costui?», potremmo trascrivere la frase “Ciascuno sarà trattato secondo le sue opere” riportata ieri fra le citazioni di spiritualità del giorno, e parafrase la domanda «Siracide! Chi era costui?». Ebbene, il “Libro del Siracide” (greco Σοφία Σειράχ, sofía seirách, "sapienza di Sirach"; latino Siracides) è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). È stato scritto originariamente in ebraico a Gerusalemme attorno al 180 a.C. da "Gesù (o Giosuè) figlio di Sirach", poi tradotto
in greco dal nipote poco dopo il 132 a.C. Rappresenta l'unico testo dell'Antico Testamento del quale è possibile identificare con certezza l'autore. È composto da 51 capitoli con vari detti di genere sapienziale, sintesi della religione ebraica tradizionale e della sapienza comune. Tratta di temi diversi: dalle regole di cortesia e di umiltà ai precetti rispetto al culto, il superamento delle prove ed il timore di Dio, passando per i doveri verso lo stato, la società ed il prossimo. Tutte cose che non vengono correntemente apprezzate da questa nostra povera società senza più principi morali, fatta di “uomini di dura cervice”, come dice la Bibbia. E proprio per questo “montenonostro”, ha ripescato la frase del Siracide “Ciascuno sarà trattato secondo le sue opere”. E’ un tema di “Giustizia”, il terzo dei principi cui si ispira “montenovonostro”, e ciò induce a riflettere anche in tema di “giustizia remunerativa”, quella che premia i buoni e punisce i cattivi. E’ ben vero che la “Giustizia” è un valore assoluto in sé e che non può essere condizionato da un calcolo di convenienza, dal vantaggio che ne deriva misurato in premi e castighi, a cieche speranze o a promesse future. Ma è pur vero che questa nostra società opportunista e amorale, fatta appunto da “uomini di dura cervice”, non sente altro stimolo a coltivare la morale della giustizia se non in termini danteschi della “legge del contrappasso”, che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. E allora, tornando alla frase del Siracide “Ciascuno sarà trattato secondo le sue opere” è il caso che ci riflettano su, particolarmente coloro che detengono il potere. Giustizia non è trasformare il potere che si è ricevuto per mandato temporaneo in uno strumento di oppressione per gli avversari, scambiati per nemici da combattere, abbattere e distruggere, procurando loro ogni danno possibile. Poiché in questo caso “giustizia remunerativa” e “legge del contrappasso” faranno in modo che “Ciascuno sarà trattato secondo le sue opere”. Ma non nell’altro mondo. Anche in questo.
da montenovonostro |