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Ostra Vetere: Abbiamo letto un paio di articoli, Memè. Da perdere la faccia. PDF Stampa E-mail
Martedì 17 Febbraio 2015 22:37

Ostra Vetere Abbiamo letto un paio di articoli Memè Da perdere la facciaQuanto è vorticosa la vita politica di questi ultimi tempi! Da perdere la faccia. Mentre il popolo desolato assiste al crollo del benessere e della vita facile che animava i pensieri e i sogni (forse più i sogni che i pensieri) di fino a qualche anno fa, la “casta” politica si balocca in stucchevoli conversari per discettare sul sesso degli angeli, come facevano i bizantini mentre l’impero andava a rotoli. Non parlano (né fanno) qualcosa di utile per sbloccare l’economia e trovare nuovi posti di lavoro, provando ad alleggerire le tasse per non ridurre sul lastrico le famiglie, no. Tutto questo è lontano dalle loro idee e dai loro propositi. Parlano di riforme, sì, ma non di quelle che servono a noi, bensì di altre, che non si sa a cosa servano, forse a loro, ma a noi no. Infatti prima rottamano le Province, poi non le rottamano più, ma intanto non ce le fanno più votare. Poi rottamano il Senato, poi non lo rottamano più, ma intanto non ce lo fanno più votare, poi rottamano non si sa più cosa e poi non lo rottamano più, o tuttalpiù domani, si vedrà. Ma allora, si può o no capire che cosa stanno facendo, oltre che a promettere una cosa e poi fare il contrario? Cioè a fare un po’ come il nostro beneamato sindaco Memè, che prima prometteva di essere civico senza nessun legame politico con alcun partito e poi d’improvviso si scopre, leggendo su un giornale locale (ecco il primo articolo) che sabato scorso 14 febbraio compariva come partecipante alla tavola rotonda organizzata dal Comune di Serra de’ Conti con i sindaci di alcuni comuni della zona per parlare dei “temi più caldi che affrontano ogni giorno i Cittadini”. Badate bene “i Cittadini”, proprio così, con la C maiuscola, in segno di rispetto. Però fanno una “tavola rotonda”, cioè parlano solo loro, i sindaci, o quasi. Perché almeno un altro a parlare c’è. E’ Luca Ceriscioli candidato PD alle primarie del centrosinistra per la Presidenza della Regione Marche e già Sindaco PD di Pesaro. Ma come, Memè? Tu che non volevi sentir parlare di appartenenze politiche prima delle elezioni, adesso che i voti li hai presi partecipi a una manifestazione elettorale a sostegno di un candidato PD per le prossime elezioni regionali? Anche tu, quindi, dici una cosa (prima) e ne fai un’altra (dopo)? Ma perché non ce lo avevi detto subito che non eri civico, bensì del PD? Che male c’era a dire la verità ai tuoi compaesani? Eh? Certo che è lecito a tutti avere idee politiche. Certo che è lecito a tutti sostenere un partito, foss’anche il PD. E’ lecito a tutti, Memè. Meno che a te. Tu hai preso i voti promettendo di non avere legami di partito, di essere “civico”. E in tanti ci hanno creduto e t’hanno votato per questo. E invece adesso ti ritrovano a fare l’attivista a sostegno di un candidato del PD. No, Memè, così non và. Hai sbagliato, Memè. Non lo dovevi fare. E non tanto perché dicevi una cosa e ne hai fatta un’altra, no, non per questo Memè. Tanto ormai lo sappiamo che così fai tu. No, hai sbagliato anche per un altro motivo, Memè. Ti sei messo a fare l’attivista a un candidato “di parte” nel partito. Sarà anche un tuo collega sindaco, però (ed ecco il secondo articolo che abbiamo letto e che ti riproduciamo a lato dal giornale dal quale l’abbiamo presa) non pare che, almeno dalle prime battute, abbia un gran successo elettorale, perché il suo diretto concorrente, l’assessore regionale alla cultura Pietro Marcolini, veleggia a consensi molto più elevati, come vedi. Tradotto in altri termini, Memè, ecco il motivo per cui hai sbagliato: ti sei messo dalla parte sbagliata, dalla parte del perdente. Almeno così pare. Certo che avrai un gran da fare, adesso, a portare altri voti, tanti voti, al candidato perdente per tentare di farlo vincere, Memè. E anche ammettendo che tu, con il gran consenso che ti ritrovi, cercando tra tutti i tuoi sostenitori, riuscissi a portargli davvero tanti voti e a far ribaltare i pronostici per farlo diventare candidato ufficiale del PD alle elezioni di primavera, dopo verrà il bello. Perché non basta essere candidato. Dopo bisogna essere eletto Presidente. Solo che per farlo non bastano i voti degli iscritti PD. Bisogna andarli a cercare anche tra gli elettori, anche tra quelli che non sono del PD. E cosa farai, allora, Memè? Continuerai a fare l’attivista del PD anche sotto le elezioni? Andrai a chiedere pubblicamente voti per il PD? Ti schiererai pubblicamente a favore del PD, tu che avevi promesso di essere lontano da ogni partito? Rifletti, Memè. A noi questo fatto non fa né caldo né freddo. Noi non siamo né di destra e né di sinistra. Non ti abbiamo votato e non voteremo per il tuo candidato. Quindi non ci importa di quale partito sei tu. Però, pensa a come ci rimarranno male tutti quelli che ti hanno votato solo perché avevi promesso di essere “civico” e invece adesso scoprono che fai addirittura l’attivista del PD. La verità è che la politica è davvero vorticosa e spesso incomprensibile, ma bisogna saperla fare, Memè. E per fare bene la politica, Memè, bisogna dire sempre la verità alla gente. Anche se a dire la verità si perdono amici e compagni, spesso. Ma non si perde la faccia. Mai.

da montenovonostro

 

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