Spensierati gli anni dell’infanzia, quando i maestri delle scuole elementari ci facevano cantare: “Battiam battiam le mani, arriva il Direttor! Battiam battiam le mani, è uomo di valor!” e arrivava il Direttore che risolveva ogni cosa. Oggi, invece, i pensieri sono molti di più. Come il tempo volge al brutto e la pioggia ingrossa il fiume mettendo in allarme la protezione civile, così l’economia non è mai
apparsa così messa male come ora, dopo un triennio tutto in discesa. Senza protezione. Né civile, né tempestiva. C’è solo tempesta. Eppure il governo esulta: la crisi è ormai quasi alle spalle e il radioso sole dell’avvenire è annunciato da Renzi, che se ne attribuisce i meriti. Ma sarà davvero così? In effetti qualche indicatore economico rileva che, dalla fiducia dei consumatori agli ordini per le imprese, stanno girando in positivo. Per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo probabilmente l’ultimo dato lievemente negativo potrebbe essere quello del primo trimestre 2015, che si porta dietro l’eredità dell’anno precedente. Dopo, a partire grosso modo da aprile, il PIL dovrebbe girare in positivo, per chiudere l’anno con il segno più. Questo pensano, ma forse solo sperano, gli economisti, facendo leva sul fatto che l’Italia e il l’Europa non hanno mai goduto di condizioni così favorevoli all’economia: il dollaro è alto, e questo facilita le nostre esportazioni, il petrolio e basso e vale lo stesso discorso, i soldi di Draghi, bene o male, danno ossigeno al sistema. Draghi! Ecco la speranza. E’ l’ex Direttore Generale del Ministero del Tesoro, poi Governatore della Banca d’Italia e oggi Presidente della Banca Centrale Europea che lo scorso 22 gennaio ha deciso di acquistare titoli di stato dei paesi dell’Eurozona per 60 miliari di euro fino al settembre 2016. Una portentosa iniezione di denaro che dovrebbe smuovere l’economia europea al collasso. “Battiam battiam le mani, arriva il Direttor! Battiam battiam le mani, è uomo di valor!”. Tuttavia le previsioni di crescita del 2015 sono molto basse, quasi irrisorie (qualunque cosa dica il governo). Per chi si aspettava una bella ripresa, robusta e scintillante, non sarà granché. Ma è sempre meglio che andare indietro. Il governo tira, ovviamente, a attribuirsi il merito per quello che sta accadendo, o meglio, che si spera che accadrà. In realtà, ad aiutarci, sarà la congiuntura internazionale, mai stata così favorevole negli ultimi dieci anni. Il governo potrebbe dare una mano? Certo. Basterebbe che tagliasse un po’ le spese, che sono previste ancora in aumento. Se riuscisse a tagliare sul serio le spese (e non solo quattro auto blu) e dare un bel colpo al ribasso delle imposte, questo sarebbe il vero motore della ripresa. Oggi, con la tassazione, che in termini reali arriva oltre il 50 per cento sulle persone fisiche, una vera ripresa è impossibile: il fisco si porta via metà del reddito delle persone, che sono quelle che potrebbero rilanciare i consumi e quindi l’economia. Ma accadrà veramente? Pensiamo di no. Per la semplice ragione che il quadro politico si va disfacendo in pezzi e in queste condizioni, di solito, nessuno osa tagliare la spesa pubblica per paura di irritare futuri elettori. Ma se qualcuno non trova il coraggio di fare questo, saremmo costretti a strisciare lentamente dietro la ripresa, ultimo vagone d’Europa. Altro che “Battiam battiam le mani, arriva il Direttor! Battiam battiam le mani, è uomo di valor!”.
da montenovonostro |