Provincia: Come volevasi dimostrare, ariecco un’altra riforma riformata da riformare |
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Giovedì 05 Marzo 2015 16:18 |
Cassadra-“montenovonostro” non sbagliava, quando ripetutamente diceva no alla riforma delle Province. E l’ha spiegato più volte, che non si possono introdurre cambiamenti in materia di ingegneria istituzionale senza aver prima attentamente verificato l’operatività successiva. Bisogna che questa classe politica impreparata e pasticciona prenda esempio dalle aziende private: può mai succedere che la Fiat metta in commercio nuovi modelli di auto, senza prima averle collaudate? Potrebbe Merloni costruire ancora frigoriferi, sperando di venderli in Lapponia, senza nemmeno avere lì una rete di vendita efficiente? Farebbe Della Valle scarponi da montagna, sperando di venderli tutti all’associazione bagnini di Riccione? “Siam mica qui a friggere il pesce con l’olio di gomiti, nèh!”, direbbe Bersani. O Crozza. E allora, come ha
potuto pensare il Parlamento di riformare le Province, senza avere la certezza di chi, che cosa e con quali mezzi finanziari gestire dopo le funzioni residue? Questo è stato fatto. E infatti le Province che si voleva sopprimere, rimangono in vigore, solo trasformate. In peggio. Come temeva “montenovonostro”. E a dirlo non è l’ultima arrivata. “Il processo di riordino delle Provincie, propedeutico alla riforma costituzionale in corso, avrebbe potuto e dovuto rappresentare un processo virtuoso e innovativo. Così non è stato”, ha detto l’assessore regionale Paola Giorgi all’Assemblea dell’Unione regionale province marchigiane (Upi Marche), che si è tenuta presso la sede della Giunta regionale, aggiungendo: “Con il trasferimento delle funzioni dalle Provincie agli altri livelli istituzionali, in realtà, il Governo non ha mai messo in campo una reale condivisione della riforma e delle scelte che da essa ne conseguono, penalizzando, in questo percorso, anche le Regioni, già gravate da feroci tagli dei trasferimenti statali. Tra l’altro, con un aggravio di confusione anche per quanto riguarda il tema del personale che vede messo a rischio certezze, futuro professionale e prospettive di lavoro. Non si governa così un processo di riforma costituzionale!”. Se lo dice lei che è espressione della maggioranza di centrosinistra, nelle Marche e in Italia, c’è da crederle. E naturalmente ha già presentato all’Assemblea legislativa la proposta di legge di riordino, cioè di riforma delle Province riformate. L’abbiamo già sentita questa storia con la Sanità in questi ultimi trent’anni: la riforma della riforma riformata, perché le riforme sono sempre state fatte da questa stessa classe politica impreparata e pasticciona. E adesso ripetiamo la serie con le Province. Come volevasi dimostrare, ariecco un’altra riforma riformata da riformare.
da montenovonostro |