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Ostra Vetere: Se cerchiamo di allargare lo sguardo… PDF Stampa E-mail
Mercoledì 11 Marzo 2015 22:46

Ostra Vetere Se cerchiamo di allargare lo sguardo…   “montenovonostro” continua a pensare in termini di europeismo: è vero che Montenovo è una piccola comunità arroccata sul cucuzzolo, ma è vero che è grande per noi montenovesi. Ci sentiamo montenovesi e ne siamo anche fieri. E anche se siamo “piccoli” non rinunciamo a pensare in grande, a guardarci intorno dal cucuzzolo di Montenovo e vedere come è il mondo, a conoscerlo e ad apprezzarlo, ma senza rinunciare alla nostra identità. “montenovonostro” non segue la moda e non parla straniero, parla italiano. E parla anche in dialetto, che è tanto bello. Ma non lo fa per richiudersi nel guscio: lo fa per preservare la propria identità, per rimanere libero di sentirsi montenovese. Tuttavia, dal cucuzzolo di Montenovo, cerca di allargare lo sguardo più in là dei propri confini, più in là della vallata, più in là della Provincia, della Regione e dell’Italia, fino a raggiungere l’Europa, e poi chi sa… E nel vecchio continente vede che sono passati esattamente cinque anni da quando l’Unione europea lanciò la strategia “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Con questa strategia l’Europa voleva raggiungere un tasso di occupazione superiore al 75%; almeno il 3% di PIL investito in ricerca e sviluppo; un tasso di abbandono scolare inferiore al 10% e un tasso di istruzione universitaria superiore al 40%; il 20% in più di efficienza energetica, il 20% in più di energie rinnovabili e il 20% in meno di emissioni di gas a effetto serra; l'uscita di almeno 20 milioni di persone dalla trappola della povertà nel corso di un decennio. Quanto pensava in grande l’Europa, cinque anni fa! La crisi finanziaria internazionale aveva già colpito duramente l'economia europea, ma era difficile prevedere, in quel marzo 2010, che essa si sarebbe prolungata ancora così a lungo e avrebbe avuto ripercussioni così profonde ed estese sul piano economico e sociale. In quel momento, dunque, gli obiettivi di “Europa 2020” sembravano ambiziosi ma non irrealistici. Oggi sappiamo che, mentre ci avviciniamo al 2020, la strada per il raggiungimento degli obiettivi europei si presenta come un sentiero ripido e stretto. Nei giorni scorsi Eurostat ha pubblicato gli ultimi dati per gli indicatori di Europa 2020, che si riferiscono al 2013. Il quadro che ne emerge è tutt'altro che rassicurante. Per due delle cinque aree di riferimento, occupazione e lotta alla povertà, c’è stato un arretramento anziché un avvicinamento all’obiettivo. Il tasso di occupazione, che era leggermente sopra il 70% all’inizio della strategia, è ora al 68,4%. Il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà è aumentato di circa cinque milioni, e supera ormai i 120 milioni.  In altre due aree – innovazione e educazione - i progressi sono stati modesti, e il raggiungimento degli obiettivi fissati richiederà uno sforzo considerevole nel prossimo quinquennio: gli investimenti in R&D in percentuale del PIL sono aumentati solo marginalmente, dall’1,85 al 2%; il tasso di abbandono scolare è al 12% e quello d'istruzione universitaria ancora sotto al 37%. Soltanto per gli indicatori di sostenibilità ambientale (clima ed energia) si registrano progressi coerenti con il traguardo fissato. Di fronte a un simile “fallimento”, la Commissione europea ha annunciato che presenterà la cosiddetta "mid-term review" (revisione a metà percorso) della strategia  “Europa 2020” entro la fine dell'anno. In verità, nonostante le molte riforme e il formidabile rafforzamento della governance dell’Unione economica e monetaria in risposta alla crisi, restano ancora aperti importanti interrogativi sull'efficacia del coordinamento delle politiche economiche e sull’adeguatezza degli strumenti che dovrebbero assicurare il raggiungimento degli obiettivi comuni. Questo è particolarmente vero per le aree di politica economica che sono ancora largamente di competenza nazionale, come l’occupazione, la lotta alla povertà, l’educazione, ecc… Che cosa dovrebbe ora concludere “montenovonostro” di fronte a questa “delusione”? Intanto ricorda che una fetta importante della classe politica, dopo il primo di questi ultimi cinque anni, quando le cose stavano andando a rotoli, ha preferito rifugiarsi dietro il comodo paravento dello scaricabarile della colpa tutta su Berlusconi, invece che impegnarsi a trovare rimedi efficaci contro una crisi che non è, né era, nazionale, bensì internazionale e mondiale. Una classe dirigente così infantile si è cullata per tre anni nel limbo dell’insipienza, gonfia e tronfia dei crescenti insulti verso il capo di quella maggioranza di destra finita in minoranza dopo Monti, Letta, Renzi … e soprattutto Napolitano. Per tre anni ha alimentato forsennatamente la “damnatio memoriae” di Berlusconi, via via dipingendolo come “caimano”, “nano”, “giaguaro” e anche di peggio. Poi d’improvviso s’è zittita, perché ha scoperto i vantaggi del “Patto del Nazareno”. E così ha smesso di insultare Berlusconi ed è rimasta muta a fregarsi le mani per l’insperato aiuto berlusconiano. Così da un anno a questa parte tutto tace e le accuse antiberlusconiane sono solo un ricordo molto, ma molto sbiadito. Anzi, dimenticato. Ma a “montenovonostro”, che non è certamente di destra né berlusconiano, ma nemmeno della sinistra antiberlusconiana, e soprattutto ha buona memoria, adesso viene in mente una domanda: perché la sinistra è capace di ogni giravolta e non ammette mai gli errori, preferendo tacere, piuttosto che riconoscere le proprie infantili miserie? Come il ragazzino salito sulla sedia che nega d’aver rubato la marmellata nascondendo l’indice sporco dietro la schiena, quando lo sorprende la mamma. Non è meglio e più serio, allora, riconoscere, come ci dice ora l’Europa, che la crisi economica non è stata nazionale, ma mondiale? Che Berlusconi avrà anche combinato marachelle in Italia, ma non poteva farne così tante anche in giro per il mondo, dove ben altre sono le responsabilità e le colpe? Questa sinistra parolaia a partigianerie alterne, non farebbe meglio a dire come stanno veramente le cose, senza prenderci in giro con le fandonie? Vediamo tanta miseria, economica e soprattutto morale, dal cucuzzolo di Montenovo, “se cerchiamo di allargare lo sguardo…”.

da montenovonostro

 

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