Due notizie di oggi ci riportano indietro di due mesi fa, a quella serata della domenica 1° febbraio scorso quando una o più bande di delinquenti introdottisi a razziare in numerose abitazioni del paese, profittando del momento di Festa delle Cantine, sono state bloccate dal provvidenziale intervento dei nostri carabinieri, costretti a sparare per impedire di venire travolti da un’auto rubata dai banditi in fuga. Vi rimase ucciso qualche giorno dopo uno dei ladri albanesi fuggitivi. La notizia odierna è l’esito dell’esame balistico, che conferma la versione fornita: a colpire alla nuca il delinquente era stata una pallottola di rimbalzo, sparata alle gomme d’auto e penetrata nel lunotto posteriore, e non sparata ad altezza d’uomo. Ciò scagiona la responsabilità del carabiniere che aveva sparato. Una notizia positiva, quindi, che ci induce nuovamente a ringraziare i carabinieri per il loro prezioso servizio a tutela della sicurezza dei compaesani, con la speranza che la magistratura concluda rapidamente il giudizio di innocenza. La seconda notizia si riferisce ad un fatto analogo, accaduto due sere dopo, il 3 febbraio scorso a Ponte di Nanto nel Trevigiano: tre uomini armati di kalashnikov hanno preso a mazzate la vetrina di una gioielleria prendendo in ostaggio una commessa. Un benzinaio lì vicino, per difendere la ragazza aggredita, ha imbracciato il fucile da caccia e ha sparato ai banditi in fuga: poco dopo l’auto è stata abbandonata dai complici lasciando a bordo il rapinatore ucciso. Per questo il benzinaio è finito sotto processo per eccesso di difesa e si è visto chiedere il risarcimento danni dai familiari della bandito, uno zingaro giostraio, subendo anche minacce di ritorsioni, tanto da costringere le forze dell’ordine a piantonare quotidianamente la sua stazione di servizio. Ma oggi l’epilogo: i carabinieri hanno arrestato la “banda dei giostrai” autori di numerose rapine nella stessa zona, il cui capo organizzativo era proprio il figlio del rapinatore ucciso quasi due mesi fa. Quello stesso figlio che pretendeva il risarcimento danni da Graziano Stacchio, così si chiamava il benzinaio-eroe che aveva sparato per legittima difesa, seppure non propria, ma in aiuto alla commessa rapinata. Vedremo come andranno a finire i due processi: sia ai carabinieri che hanno sventato i furti a Ostra Vetere che al benzinaio che ha sventato la rapina nel Trevigiano. Ma intanto una valutazione è possibile farla: questo Stato sfasciato, che non è più in grado di difendere i propri cittadini da furti e rapine, se la prende con chi reagisce per fermare la delinquenza dilagante. “montenovonostro” non difende l’uso privato della forza, ma rinfaccia a questo Stato imbelle di fare troppo poco per garantire il primo dovere delle istituzioni: la sicurezza dei propri cittadini. Se non è in grado di garantirla, non può prendersela con chi è costretto a farsi giustizia da solo. Ma se non vuole che sempre più cittadini indossino la maglietta a lato, magari pensando che sia giusto imbracciare i fucili per farsi giustizia da soli, faccia subito qualcosa. Non può e non deve passare l’idea che l’Italia venga ridotta a un “Far West”. Sarebbe il definitivo fallimento di questo Stato. Noi siamo per uno "Stato di diritto" e per uno Stato "diritto", non per uno stato "sfasciato".

da montenovonostro