Ostra Vetere: Fantasticherie senza limiti e galera per i mangiaconigli |
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Lunedì 30 Marzo 2015 21:58 |
Di fronte alla complessità della vita e della società ci si deve porre con attenzione ai segnali di novità, perché ogni novità porta cambiamenti. Il brutto è che la società contemporanea considera aprioristicamente ogni novità come positiva. Siamo troppo ammaestrati dalla vita per capire che non sempre è proprio così e che le cose nuove possono essere belle e brutte esattamente come le cose vecchie. Per questo riteniamo che alle novità bisogna dedicare attenzione critica, ben sapendo che la novità può essere buona, ma anche brutta e cattiva. E di
fronte a una società che le novità le va cercando con spasmodica bramosia, c’è da attendersi novità buone, ma anche cattive. E la novità del giorno, che stimola l’attenzione, è la provocatoria dichiarazione dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla, già ministra del governo Berlusconi, che dopo averci imbandito ripetute sollecitazioni mediatiche sull’importanza dei cani per la vita dell’uomo, fino a rasentare esagerazioni ridicole, non paga della crescente notorietà che ritiene essergliene derivata, fa un altro passo in avanti verso il baratro dell’incommensurabile. Oggi la deputata forzista ha presentato una proposta di legge che prevede da 4 mesi a 2 anni di condanna e multe da mille a 5mila euro per chiunque "allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente i conigli a fine di macellazione e commercializzazione della carne". E così l’”onorevola” Michela Vittoria Brambilla ha proposto una legge per riconoscere al coniglio lo “status” di animale da affezione. Niente più coniglio in padella, o al forno con le patate, ma in casa con i padroni: le statistiche rivelano infatti che l’animaletto è al terzo posto dopo cani e gatti, come animale domestico scelto dagli italiani. “I conigli – ha dichiarato la Brambilla -meritano le stesse tutele di tutti gli altri animali che vivono nelle nostre case o che comunque sono inseriti nel contesto familiare”. Di conseguenza la carne e la pelliccia dell’animale non potranno più essere commercializzati. La proposta della deputata forzista si affianca alla petizione promossa dalla Federazione italiana diritti degli animali e l’Associazione Aaeconigli, che ha raccolto più di 10mila firme. Si introdurrebbe anche il controllo demografico sulla popolazione cunicola attraverso il microchip e l’istituzione di un’anagrafe tenuta dalle aziende sanitarie locali, in cui far confluire la sigla di riconoscimento di ogni coniglio domestico. Avvicinandosi la Pasqua, sentiremo anche quest’anno vegetariani e vegani strepitare per la “strage degli agnelli” e così, dopo il crescendo ossessivo filocanino degli ultimi tempi, assisteremo anche alla difesa a oltranza della “valorialità affettiva del coniglio domestico”? E la prossima trovata sarà quella di chiedere l’iscrizione nello stato di famiglia anche dei conigli da compagnia, come già qualche estemporaneo parlamentare ha proposto di fare per i cani da compagnia? O ci dovremo accontentare solo di mandare in galera chi, d’ora in avanti, mangerà coniglio in porchetta? Fermatevi, che siete al limite.
da montenovonostro |