Non si è ancora spenta l’eco delle mirabolanti giubilazioni di tanta parte della classe politica di maggioranza per quelli che erano stati decantati come indici di imminente ripresa economica, piccoli sì, ma significativi e beneauguranti, dopo il varo del cosiddetto “Jobs Act” che aveva seminato entusiasmi. Ma appena lo spazio di qualche giorno e la triste realtà, ben diversa da quanto millantato, è stata posta crudamente sotto gli occhi di tutti. I dati diffusi oggi dall’Istat sono infatti destinati a far calare gli ottimismi. Il tasso di disoccupazione torna a salire al 12,7% a febbraio, dopo il ''forte calo'' di dicembre e l'ulteriore diminuzione di gennaio. L’ente di statistica segnala un aumento di 0,1 punti sul mese e di 0,2 punti sull'anno, che riporta il tasso al livello di dicembre. I disoccupati in pratica sono 23 mila in più. Sale purtroppo anche il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a febbraio. Le 79mila attivazioni del Jobs Act vantate dal governo non significano nuovi occupati: per i tecnici dell'istituto si tratta di dati non confrontabili sulle 79 mila attivazioni di nuovi contratti, che ''sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti''. Se le vanterie governative non erano una bufala, poco ci manca.

da montenovonostro