In un turbinio di notizie allarmanti sulla disoccupazione che continua a crescere mentre le tasse si mangiano fino a un terzo dei salari, con il debito pubblico che raggiunge il record storico, il maggior partito in Italia, nella Marche, nell’ex Provincia e a Montenovo tace. E quando parla “non ci azzecca”. Che la disoccupazione cresca lo dice l’Ocse, secondo cui sale ancora la disoccupazione in Italia, dove è "Eccezionalmente alta per giovani", fino a toccare il 42,4%, mentre nel resto d’Europa diminuisce. Dice ancora l’Ocse che torna a salire in Italia il cuneo fiscale, sia per i single che per le famiglie. Aumenta cioè la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro. Sul salario lordo, cioè la busta paga a disposizione ogni fine mese, il prelievo complessivo in Italia è del 31,6%, quale somma tra il 22,1% dell’imposta personale sui redditi e il 9,5% del prelievo contributivo a carico del dipendente. Salgono le tasse e,
contestualmente, aumenta anche il debito pubblico, giunto secondo la Banca d’Italia al livello record di 2.169 miliardi di euro. E’ davvero un quadro allarmante, che dovrebbe indurre i reggitori della cosa pubblica e concrete iniziative a sostegno dell’occupazione e dei salari, che sono il pane quotidiano dei lavoratori. E invece il PD, che ormai non è più il partito dei lavoratori, sorvola sull’argomento e si balocca con la promesse di nuove ed altre strepitose riforme, talmente strepitose che c’è già chi le chiama “schiforme”. Unica eccezione al muto silenzio PD è la dichiarazione di un suo esponente di punta: "Sono qui per dire che la sfida per la Liguria, come per le altre regioni, ha anche una dimensione nazionale". Lo ha detto Lorenzo Guerini, braccio destro di Renzi e vicesegretario nazionale del Pd, durante un convegno organizzato a Genova dal movimento di area cattolica Open Liguria a sostegno della candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Raffaella Paita. Ma come? La sfida per le regionali ha anche una dimensione nazionale? Non facciamo confusione, le elezioni nazionali sono nazionali e le elezioni regionali riguardano le singole regioni, non l’intera nazione. Stato e Regioni sono istituzioni diverse, con ambiti territoriali diversi, con compiti istituzionali diversi. Dire che le competizioni regionali hanno una valenza nazionale è fare confusione. La stessa confusione che si è fatta con le elezioni europee, per le quali si è voluto dare un riflesso nazionale e addirittura il PD locale, nel suo unico comunicato che ha saputo partorire dopo quello giubilante delle elezioni amministrative di due anni fa, ci ha fatto sapere che la maggioranza assoluta ottenuta nelle elezioni europee è il frutto della “buona amministrazione” comunale. Si era dimenticato, il PD nostrano, di aver perso in un colpo solo la metà dei voti, e tuttavia cantava vittoria, mentre calava vertiginosamente la percentuale dei votanti. Tra poco ci saranno le elezioni regionali, la percentuale dei votanti potrebbe calare ancora e il PD potrebbe cantare nuovamente vittoria, pur nell’ecatombe di consenso. E dovremo domandarci ancora “Che ci azzecca?”. Ma non è meglio fare meno confusione e dire pane al pane e vino al vino? E’ però il pane, che ci interessa, quello vero, quello che tanta povera gente non riesce più ad avere con questa crisi che strangola il popolo. Su PD, fai il bravo, pensa davvero al pane, non alle schiforme.
da montenovonostro |