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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: Una sberla alla Fornero per un Primo Maggio di lacrime
Ostra Vetere: Una sberla alla Fornero per un Primo Maggio di lacrime PDF Stampa E-mail
Venerdì 01 Maggio 2015 16:20

Ostra Vetere Una sberla alla Fornero per un Primo Maggio di lacrimeGuardando la faccia piagnucolosa dell’ex ministra Fornero si potrebbe pensare che soffrisse al posto nostro per le sberle che stava propinando al lavoratori e pensionati. Ma non era lei a prenderle, le sberle, bensì a darle e noi a subirle. Conviene ricordare quel pianto di tre anni fa, proprio oggi Festa del Primo Maggio, Festa del Lavoro (che non c’è, che non c’è più). Viene da piangere, oggi, come la Fornero tre anni fa. Dovevamo piangere tutti allora. E invece sono mancati i singhiozzi quando c’era già motivo per piangere: perché piangeva la Democrazia con un governo mai eletto, perché piangeva la Libertà sacrificata dalla convenienza partigiana, perché piangeva l’Autonomia del lavoro e dei lavoratori sacrificati dalla crisi economica, perché piangeva la Giustizia sconfitta dall’opportunismo di una classa politica senza principi, senza ideali, senza pudori. Non piangevano invece i partiti che avevano rinunciato a essere presidio della Libertà. Non piangevano i sindacati che avevano rinunciato a essere presidio di Autonomia del lavoro dal capitale. Non piangevano i mezzi di comunicazione che avevano rinunciato alle battaglie per la Giustizia civile e sociale. Non piangeva nessuno, salvo la Fornero. Anche se nessuno le aveva dato sberle, ma che dava le sberle a noi, inaugurando un triennio antidemocratico di governi mai eletti, con capi di governo mai votati. Tre anni, tre governi, tre presidenti del Consiglio dei Ministri. E una ministra piagnucolona. Ieri la prima riscossa. No, non per le votazioni plebiscitarie del mostruoso “Italicum”, non per lo sfascio della democrazia parlamentare con i voti di fiducia governativa su una legge di prerogativa parlamentare, non per il partito di sinistra piegato a fare cose di destra. Niente di tutto questo. La riscossa viene dalla sentenza della Consulta: è una vera e propria sberla quella sganciata dalla Corte Costituzionale con la sentenza che 'boccia' il blocco delle perequazioni pensionistiche scattato con la norma Fornero. Una sberla che rischia di creare un 'buco' da 5 miliardi nei conti pubblici, ma che fa giustizia ai pensionati. Nel 2011 nel decreto ‘Salva Italia’, il governo Monti inserì la sospensione del meccanismo che adegua le pensioni al costo della vita. Nell'annunciare il provvedimento, l'allora ministra Elsa Fornero, pianse in diretta tv durante la conferenza stampa. "Abbiamo dovuto, e ci è costato anche psicologicamente, chiedere un sacr...", disse senza riuscire a terminare la parola "sacrificio". Quel sacrificio che aveva fatto fare a noi e che ora dovrà essere restituito ai pensionati per una scelta "che non fu mia - specifica oggi Fornero - ma di tutto il governo" per fare risparmi in tempi brevi. Ecco, una sberla alla ministra. Pianga oggi, che è meglio.

da montenovonostro

 

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