Ostra Vetere: Alè, il “misfatto” è compiuto. Ed è subito “Italicum antidemocraticum” |
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Lunedì 04 Maggio 2015 23:20 |
Non ci convinceranno mai i laudemi sperticati dei festanti prenazionalisti, iperplaudenti l’esito della votazione odierna sulla sofferta riforma della legge elettorale, il cosiddetto “Italicum”. Una legge approvata a colpi di maggioranza, anzi a colpi di una sola parte della maggioranza, nell’imbelle assenza “aventiniana” di tutte le minoranze parlamentari, che frantuma ogni residua lezione democratica dello spirito costituzionale. Chè è/era fatto di un principio cardine repubblicano e democratico: “la
sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, così recita il secondo comma dell’articolo 1 della nostra Carta Costituzionale. Ineccepibilmente il Parlamento sovrano ha votato e legittimamente ha prodotto una nuova legge, questa. Ma essa, seppure corrisponde alla lettera della potestà legislativa, corrisponde davvero all’essenza intima del primo comma del medesimo articolo 1? Che dice: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, affermando così due principi cardini: quello repubblicano e quello democratico. E’ certo che le interpretazioni possibili di questi due principi spaziano in ambiti differenziati, ma non possono certo divergere fino agli opposti. E noi siamo ancorati alla tradizionale interpretazione costituzionale che non lascia spazio a scappatoie dirigiste. Le temiamo, sulla scia dell’insegnamento che ha ispirato i padri fondatori della nuova Italia, ammaestrati dall’esperienza precedente e che per questo avevano ritenuto opportuno il bicameralismo perfetto contro ogni dirigismo antidemocratico. Roba da “prima Repubblica”, diranno i critici. Ma perché, questa “seconda Repubblica” è davvero migliore della “prima”? Fare una legge elettorale monocamerale prima di aver fatto la riforma costituzionale del bicameralismo è scelta accorta e tempestiva? O è una furba anticipazione destinata a creare molti più problemi giuridico-istituzionali di quanti non ne risolva?. Quanto è stata corretta la forzatura esercitata dal Governo che ha posto la fiducia su una stesura “coatta” nei confronti del Parlamento “costretto” ad ingoiare un testo emendabile? Non è forse il Parlamento, e non il Governo, titolare della potestà legislativa? O non è stato questo un colpo di mano sbrigativo e dirigistico di “un uomo solo al comando” nei confronti di un corpo politico più che tremebondo e squalificato dagli scandali e dalla rabbia popolare montante? Pur non essendo di sinistra, troviamo comprensione per i dubbi e l’opposizione della minoranza interna del partito ormai unico, il PD, con “un uomo solo al comando”. Solo non condividiamo l’irresolutezza bersaniana a giungere doverosamente alle ovvie conclusioni: questa legge era/è da rigettare per i contenuti fortemente antidemocratici che professa. Antidemocratici soltanto, o anche anticostituzionali? Sarà questo, presumiamo, l’assillo che dovrà risolvere la promulgazione del Presidente della Repubblica. Ma alla Corte Costituzionale, comunque, spetterà l’ultima sentenza. E speriamo che giunga presto, prima che questa legge sbagliata e inopportuna produca danni antisistema.
da montenovonostro |