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Ostra Vetere: Imponente manifestazione contro la riforma della “Buona Scuola” con il preside-sindaco PDF Stampa E-mail
Martedì 05 Maggio 2015 21:52

Ostra Vetere Imponente manifestazione contro la riforma della Buona Scuola con il preside-sindacoIl tempo nel quale le cose, anziché indicarle con il nome conciso che le identifica, ha bisogno di ammantarle con ammiccanti neologismi paratruffaldini, è un gran brutto tempo. Da quando, negli anni Ottanta, si incominciò a infarcire ogni discorso con una profluvie di “cioè” e di “praticamente”, l’artifizio parolaio ha via via inventato “mitico”, e poi “esagerato” e infine “trasgressivo” per qualificare orrendamente ogni accadimento umano e sociale. Da qualche anno ha preso corpo la corrente esterofila anglofona, che spara a più non posso parole inglesi per indicare cose che avrebbero tanto bene il loro corrispondente italiano: “autority” per amministratore o delegato o commissario, “spending review” per revisione della spesa, “jobs act” per legge sul lavoro e così via. Più italianamente, un’altra corrente di pensiero pratica l’imbellettamento di facciata alle ordinarie azioni politico-amministrative. E così assistiamo esterrefatti all’istituzionalizzazione della “buona politica”, delle “buone pratiche amministrative”, della “buona scuola”. Pare che a premettere l’aggettivo “buono o buona” a ogni cosa la trasformi immancabilmente in una cosa buona. Non è così. Non è mai stato così. Non sarà così in futuro. Le cose sono quelle che sono, buone se sono buone, altrimenti sono brutte. Anche se chiamiamo buone le cose brutte, queste non diventano per ciò stesso buone. "Le chiacchiere non hanno mai fatto farina", si diceva una volta. E’ ciò che capita alla riforma detta della “buona scuola”. Che sia tutt’altro che “buona”, la scuola che verrà con la riforma proposta, ce lo fa comprendere l’imponenza della manifestazione odierna, contraria a molti aspetti della riforma. Mai si era vista una forma di protesta organizzata così determinata e numerosa (e tuttavia composta e pacifica, ma ugualmente determinata e compatta) quale quella offerta dalle manifestazioni sindacali che in molte città italiane hanno protestato contro la riforma “Giannini”, dal nome della ministra che la propone come “buona scuola”. La pluralità delle motivazioni di quanti si oppongono sono già ampiamente illustrate dagli organi di stampa. Ma c’è un aspetto che preoccupa grandemente “montenovonostro”: la somma dei nuovo poteri autocratici che verrebbero posti in capo al “capo unico” della nuova “buona scuola”, il preside. Sarà un preside con poteri enormemente accresciuti, compreso quello di scegliere autonomamente i professori. Non ci piace questa “potestà” e concordiamo con la minoranza di sinistra del PD che sostiene: "la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda". Poniamo una domanda: quando mai un preside politicizzato (e ce ne sono tanti e forse troppi) assumerà un professore che non ha le sue stesse idee? E poniamo anche un’altra domanda: quando mai un preside donnaiolo (e ce ne sono tanti e forse troppi) assumerà un professore maschio, se potrà liberamente scegliere fra uno stuolo di belle professoresse? E infine poniamo un’altra domanda ancora: che succederà se un preside che “tiene famiglia” assumesse la moglie in segreteria, o un figlio per il laboratorio scolastico? Se fosse così, avremmo una scuola iperpoliticizzata, sessista e clientelare, senza correttivi. Da parte governativa si afferma che la riforma della “Buona Scuola”, che la Camera dovrebbe licenziare entro il 19 maggio per poi passare all'esame del Senato, sia un testo che "sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d'istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione". Ecco: il Governo vuole un preside-sindaco. E se poi fosse come il nostro, che minaccia di denunciare per procurato allarme chi critica per il crollo nella scuola?

da montenovonostro

 

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