Una dovizia di particolari riportati dalla stampa intorno al caso di un dodicenne senegalese mussulmano che per motivi di avversione religiosa avrebbe preso a cazzotti una bambina italiana coetanea solo perché portava al collo un crocifisso. Simile notizia non può passare sotto silenzio nemmeno al tollerantissimo “montenovonostro”, che non è certo intollerante nè razzista. Però la notizia è comunque grave. Anche ammettendo tutte le possibili scusanti, a iniziare dalla enfatizzazione giornalistica e dal
controsfuttamento xenofobo e razzista, l’episodio non va sottovalutato. Andiamo per ordine. La stampa riferisce delle “urla e botte. «Non devi portare il crocifisso, mi dà fastidio». Poi un pugno alla schiena. Così adesso la bambina, ancora scioccata dall’accaduto, ha paura di tornare a scuola. I carabinieri che indagano sulla vicenda non hanno dubbi: è avvenuta per motivi religiosi l’aggressione subita da una bimba di 12 anni di Terni, con indosso un crocifisso, da parte di un coetaneo islamico di origine africana”. E ancora: “Colpita davanti alla madre da un coetaneo senegalese perché indossava una collanina con una crocifisso. Almeno questa è la versione fornita dagli investigatori. L'aggressione è avvenuta ieri pomeriggio davanti a una scuola di Terni durante l’uscita degli studenti. Ad avere la peggio una ragazzina di 12 anni che ha riportato una contusione toracica guaribile in venti giorni”. Inoltre: “All'uscita dalla scuola il giovane, in base a quanto riferito, prima di sferrare un pugno alla schiena della compagna di classe, le avrebbe urlato alcune frasi di minaccia, anche di morte, dicendole che il crocifisso gli dava fastidio e non lo doveva portare”. Di seguito: “Il dodicenne è stato subito bloccato dalla mamma della coetanea, che stava uscendo dalla scuola con la figlia mano nella mano. All'aggressione avrebbero assistito altri compagni di scuola. Sono stati poi i genitori della ragazzina a segnalare l'episodio ai militari”. E poi: “Non è stata comunque presentata ancora alcuna denuncia formale da parte dei genitori della ragazzina. Quest'ultima - in base a quanto si apprende - è ancora scioccata per l'accaduto e avrebbe paura a tornare a scuola. Il ragazzino è appena in Italia, avrebbe difficoltà di inserimento e stava a scuola per imparare l'italiano in vista dell'iscrizione al prossimo anno scolastico”. Infine: “Secondo quanto la dodicenne ha raccontato ai carabinieri, il coetaneo – che aveva iniziato a frequentare la scuola una ventina di giorni fa – già nei tre o quattro giorni precedenti l’aveva presa di mira, con insulti e altre aggressioni, sempre per via del crocifisso”. Sull’argomento sono subito scattate, insieme alle valutazioni, anche le speculazioni di parte: «A casa nostra neanche i nostri figli sono più al sicuro rispetto all'intolleranza di chi pensa di venire in Italia e imporci la propria ideologia. Non ti piace il crocifisso? Vai a vivere da un'altra parte» scrive su facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. Dall’altra sponda si ribatte: «È un episodio molto grave, ma cerchiamo di non strumentalizzarlo, succede chissà quante volte che i ragazzi tra di loro litighino senza che si venga a sapere nulla» ha detto l'assessore alla Scuola del rossissimo Comune di Terni, Carla Riccardi, che commenta «Ho parlato con la vicepreside dell'istituto - spiega - e mi ha spiegato che la scuola non ha ritenuto necessario informarci della cosa nè credo lo abbiano fatto con l'Ufficio scolastico, ritenendola una lite tra ragazzini», minimizzando. A “montenovonostro” non piacciono gli estremismi, né di destra e né di sinistra. Non piacciono né le forzature xenofobe, né i giustificazionismi codini e semplicistici. Il fatto rimane comunque grave. Sarà stata anche una ragazzata, ma venti giorni di prognosi non sono propriamente uno scherzo. Il problema non è solo e tanto il ragazzino senegalese mussulmano, ma la famiglia e l’ambiente condizionante che gli sta dietro. E allora bisogna dirlo anche all’assessore alla Scuola ternano, che è anche una dirigente scolastica di una delle scuole di Terni: “Vede signora, tante persone come lei e prima di lei hanno fatto del buonismo la loro bandiera sbagliata, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Perché, invece di giustificare subito il fatto, per noi deprecabile, non si attiva invece per introdurre a scuola l’insegnamento della Educazione Civica, che è tollerante e che assicura a tutti, anche ai ragazzini, il diritto di praticare le idee che vogliono, ma richiede che nessuno si azzardi a conculcare le idee altrui, nemmeno fra ragazzini, tantomeno con la violenza? Mettersi a difendere i violenti, seppure dodicenni, è sempre sbagliato, senegalese, mussulmano, italiano o cristiano che siano. La violenza è sempre sbagliata. Ma forse questo per lei è difficile da capire e preferisce educare amorevolmente giovanissimi violenti che, se fanno così a dodici anni senza essere ripresi da lei come si dovrebbe, immagina che cosa diventeranno alla maggiore età? Noi lo immaginiamo, e non siamo d’accordo con lei. Ci ripensi.
da montenovonostro |