Provincia: Come è duro calle lo scender e il salir per l’altrui scale |
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Lunedì 18 Maggio 2015 16:48 |
In pieno clima celebrativo per il 750° anniversario della nascita del grande Dante Alighieri, “montenovonostro”, che onora il guelfo bianco Dante immeritatamente esiliato dalla patria irriconoscente, ne cita un passo della sua opera immortale, tratto dal Paradiso della Divina Commedia:
Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
Versi multiformi e dai più reconditi significati, oltre a quello più autenticamente letterale: piove sempre sul bagnato per gli sfortunati ed è proprio una strada dura rivolgersi ad altri
pietendo rimedi alle proprie sventure. Proprio come succede all’ormai tragicomica vicenda della Provincia, che si voleva prima soppressa e poi incredibilmente mantenuta ma azzoppata e senza più legittimazione di voto popolare democratico: si può essere più sfortunati di così? Si, pare dire una nuova tegola piovuta in testa alla povera Provincia nei giorni scorsi, dopo tutte quelle già piovutele nei mesi scorsi e che “montenovonostro” ha sempre puntualmente documentato. La nuova tegola l’ha scagliata la Corte dei Conti, che ne boccia il riordino frettolosamente e testardamente voluto dal capo indiscusso del belante Partito Dimissionatico, ormai prossimo a nuova mutazione genetica involutiva. Dice dunque la Corte dei Conti: “Secondo i magistrati contabili, oltre ad alcune criticità come ad esempio l'incertezze nella individuazione della nuova titolarità delle funzioni non fondamentali, al rinvio a successivi atti per la concreta riallocazione delle funzioni, la mancata attuazione del principio di sussidiarietà nel senso indicato dalla legge ed, al contrario, alla diffusa tendenza ad un accentramento in capo alla Regione delle funzioni amministrative svolte dalle Province, il riordino sta creando un graduale, e pressoché diffuso, deterioramento della finanza provinciale, suscettibili di incidere negativamente sulla tenuta degli equilibri di bilancio. La Corte ha riscontrato anche una costante tensione sulle entrate, vistosi ritardi nell'erogazione dei trasferimenti erariali e regionali, consistente utilizzo di entrate a carattere straordinario per il finanziamento di spesa corrente”. Parole, parole, parole. Che però hanno un senso. Duro, lapidario. Come diceva il buon Gino Bartali: “Gli è tutto sbagliato. Gli è tutto da rifare”. Era toscano, Gino Bartali, un toscanaccio, un buon toscanaccio. Mica come altri che girano incontrollati e incontrollabili di questi tempi. E aveva il dono della sintesi: poche parole per stagliare un concetto sintetico e memorabile. Un po’ come l’altro buon toscanaccio Dante. Perché quando le cose sono sbagliare e piove sempre sul bagnato, è proprio una strada dura rivolgersi ad altri pietendo rimedi alle proprie sventure: “Come è duro calle lo scender e il salir per l’altrui scale”.
da montenovonostro |