Ostra Vetere: Tanto va la cozza al ladro che ci lascia lo zampino |
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Martedì 19 Maggio 2015 16:44 |
Non finisce sempre bene. Introdursi in casa d’altri a compiere misfatti e saccheggiare le ricchezze del padrone di casa è roba da non fare, come dimostrano casi di cronaca nostrana recente. Non solo non si deve fare per un motivo generale, civile e sociale: l’intimità domestica è un bene da rispettare e da difendere. E poi che anche un secondo motivo, oltre a quello di principio, un secondo motivo un po’ più utilitaristico, di convenienza che, seppure è un po’ misero dal punto di vista ideologico,
non è tuttavia di poco conto. A fare il saccheggiatore intruso si potrebbe fare infatti una brutta fine. Appunto come dimostrano casi di cronaca nostrana recente. Ad esempio anche questa, successa l’altra sera: mangiando cozze a cena, dal piatto è saltata fuori una emblematica conferma a quanto detto sopra. Dentro la valva di una cozza mancava il padrone di casa: il mollusco. Spietatamente mangiato da un saccheggiatore intruso, un piccolo crostaceo fin troppo intraprendente, che dopo aver fatto fuori il padrone di casa, si è anche appropriato della casa stessa, la valva, per trasformarla in covo. E vi aveva trasportato dentro anche i resti di altre sue piccole prede, alcune piccole cozze aperte e mangiate dalla irresistibile forza delle tenaci tenaglie delle sue grinfie mai sazie. Ma come succede talvolta (lo dice anche un proverbio), “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. O meglio, “tanto va la cozza al ladro che ci lascia lo zampino”. E infatti il ladro saccheggiatore intruso non ha fatto una bella fine: anche lui cotto al calor rosso. Sarà stata la giusta fine? Tanto va la cozza al ladro che ci lascia lo zampino.
da montenovonostro |