Ostra Vetere: Ben altro che “Mosca sovietica”. Da piangere a dirotto |
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Giovedì 21 Maggio 2015 23:10 |
La perversa eredità della mai sufficientemente aborrita “legge Fornero”, che “montenovonostro” continua a considerare il primo e più perverso frutto della distorsione antidemocratica propinata agli italiani tre anni fa per la totale incapacità politica dei partiti a reagire alla crisi economica mondiale, ci regala ora una nuova allarmante propaggine. Andiamo per ordine: la ministra Fornero pianse in diretta, forse nemmeno lei percependo quale falla si fosse aperta nella democrazia italiana con la nomina
imperativa del Governo Monti, mai eletto dal popolo eppure chiamato alla guida del Paese dalla precisa e determinata volontà dell’ex presidente della Repubblica con incomprensibile atto autocratico. L’autocrazia è concetto politico opposto al concetto di democrazia. La democrazia è il governo di molti delegati dal popolo. L’autocrazia è il governo di uno solo su tutto il popolo. Cioè l’esatto opposto della democrazia. L’autocrazia è quindi prossimo sinonimo alla degenerazione della democrazia verso ben altre aborrite forme di gestione assoluta del potere. Se quelle cose non le avesse fatte un presidente di sinistra, la sinistra avrebbe fatto la rivoluzione. Invece tutti “zitti e Mosca”, proprio nel senso della “Mosca sovietica”. E zitti sono rimasti anche gli altri partiti non “sovietici”, mentre avrebbero dovuto gridate allo scandalo dell’attentato antidemocratico. Per questo, da allora si sono succeduti ben tre governi guidati da personaggi privi di mandato popolare. Altro che democrazia. E così, degenerando e deformando, siamo ai giorni nostri e alle conseguenze impreviste della “riforma Fornero”: la Corte Costituzionale ne ha bocciato i perversi meccanismi antipopolari, ma già la politica, questa “politica” con la “p” non solo minuscola, ma addirittura microscopica, sta trovando la “soluzione”: restituirà le somme illecitamente sottratte ai pensionati, ma solo in parte, in minima parte. E, con la scusa dell’enormità del peso economico, farà scempio dell’istituto previdenziale: così “riformando”, anzi “deformando”, propinerà una nuova “riforma” (anzi, “deforma”). Nel futuro dei lavoratori non ci sarà più la pensione come la conosciamo. No, ci penserà la “deforma” a cambiare tutto. Non più la pensione pari all’ultimo stipendio, ma solo un “assegno” compreso fra il 40 e l’80 % dell’ultima busta paga e solo all’età di 70 anni, non prima. E ringraziamo la “generosità” del partito di “sinistra” che ci governa, che più “sinistro” di così non potrebbe proprio essere. Ben altro che “Mosca sovietica”. Da piangere a dirotto.
da montenovonostro |