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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: La storia è vecchia e finalmente adesso sappiamo anche il perché
Ostra Vetere: La storia è vecchia e finalmente adesso sappiamo anche il perché PDF Stampa E-mail
Giovedì 04 Giugno 2015 21:48

Ostra Vetere La storia è vecchia e finalmente adesso sappiamo anche il perchéGià ai primi di dicembre dell’anno scorso “montenovonostro” si era inorridito di fronte al ributtante pentolone scoperchiato di “mafia capitale” che aveva fatto tanto male al Paese (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/24719-ostra-vetere-il-ributtante-pentolone-scoperchiato-di-mafia-capitale-che-fa-tanto-male-al-paese) e che aveva continuato a farlo, con notizie sempre più vergognose che ne erano seguite su uno dei più clamorosi casi di corruttela scoppiati in questa cosiddetta “seconda Repubblica” ormai in agonia. Pensavamo e speravamo che finisse lì e che non ci fossero riservate altre sorprese. E’ stata una speranza vana. Riesplode oggi con ancora più clamore la seconda tappa di quell’immondo percorso marcio che conduce nuovamente in galera la “crema” della delinquenza comune, insieme alla “crema” di una burocrazia corrotta e alla “crema” di una casta politica marcia e nauseabonda. Ai 37 arrestati e un centinaio di indagati per il rivoltante mercimonio di allora, altri numeri clamorosi si aggiungono oggi: le indagini del Ros hanno portato a 44 nuovi arresti dell'organizzazione mafiosa diretta da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, già coinvolto nella prima fase dell'inchiesta sulle cooperative sociali che gestivano numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate per l’accoglienza dei profughi e dei rifugiati, per la raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti, per la manutenzione del verde pubblico e altri settori oggetto di gare pubbliche, come i lavori connessi all'emergenza maltempo a Roma e le attività di manutenzione delle piste ciclabili. I reati contestati sono per associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati. In carcere sono finiti esponenti importanti del PD romano, come l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma Mirko Coratti, 42 anni, dimessosi a seguito della retata di dicembre. Altro esponente democratico arrestato è Daniele Ozzimo, 43 anni, dimessosi da assessore alla Casa a dicembre perchè indagato nell'inchiesta della direzione antimafia di Roma. C'è poi Pierpaolo Pedetti, 42 anni, sempre del PD, consigliere comunale e presidente della Commissione Patrimonio in Campidoglio. Il PD accusa anche l'arresto di Andrea Tassone, 43 anni, presidente del Municipio X, quello di Ostia e del litorale, dimessosi a marzo anche per i suoi rapporti opachi con Buzzi. All'assemblea capitolina è finito in manette anche Massimo Caprari, 45 anni, capogruppo e unico esponente di Centro Democratico, formazione della maggioranza del sindaco Ignazio Marino. Accuse pesanti che il Partito Democratico tenta di smorzare. È in corso al Nazareno una riunione tra il presidente del Partito democratico Matteo Orfini, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Ignazio Marino, dei quali le opposizioni chiedono immediate dimissioni. Un incontro convocato per discutere la situazione politica dopo la nuova ondata di arresti nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale. Ma non ci sono solo esponenti del PD nelle indagini: anche di destra, sinistra e centro. Ci sono esponenti di tutte le tendenze politiche nella nuova serie di arresti per Mafia Capitale. Tra gli altri protagonisti anche Luca Gramazio, 34 anni, ex capogruppo del PDL in Campidoglio e poi di Forza Italia alla Regione Lazio. E' figlio dell'ex parlamentare di MSI, AN e PDL Domenico Gramazio, che non è indagato. Luca Gramazio, secondo gli atti dell'inchiesta, partecipò anche con il padre a incontri con Carminati. A destra si segnala pure l'arresto di Giordano Tredicine, 33 anni, consigliere comunale e vice coordinatore di Forza Italia nel Lazio. E poi lo stuolo dei funzionari e impiegati pubblici corrotti. Perché il funzionario pubblico "o se compra o se caccia, se si compra è meglio", era la regola di Massimo Carminati, capo di Mafia Capitale, in un'intercettazione audio diffusa dal Ros carabinieri. Rimbomba quella frase, perchè svela quello che accadde pure prima di adesso nel mondo della politica, che evidentemente così funzionava anche quando non si sapeva: se un incorruttibile sbarra la strada ai mascalzoni "o se compra o se caccia, se si compra è meglio". Sennò si caccia. A Roma e altrove. Sia oggi che in passato, non lontano. La storia è vecchia e finalmente adesso sappiamo anche il perché.

da montenovonostro

 

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