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Ostra Vetere: Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli? PDF Stampa E-mail
Mercoledì 10 Giugno 2015 17:12

Ostra Vetere Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli?

"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima venivano subito messi a tacere, ora hanno lo stesso diritto di parola di un Nobel". Lo ha detto Umberto Eco che ha ricevuto la laurea honoris causa in 'Comunicazione e Cultura dei media' all'Università di Torino con una lectio magistralis dedicata al tema del complotto. "Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità", ha detto. Non ci piace una dichiarazione così tranciante. Avrà anche ragione, ma da un uomo di cultura come lui ci saremmo aspettati di più. La realtà è che quel che ha detto varrà anche nel mondo della cultura, forse, ma non certo nella società civile e in democrazia: qui, tutti, ma proprio tutti, hanno diritto di dire la loro. Sarà poi il popolo a valutare. Esattamente come possiamo fare noi leggendo i commenti dei lettori che due anni fa chiosavano gli articoli del giornale online che pubblichiamo nella foto allegata e nell’articolo relativo (http://www.viveresenigallia.it/index.php?page=articolo&articolo_id=409178), allegato. Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli? No, caro professorone.

da montenovonostro

 

 

Ostra Vetere Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli?

Ostra Vetere Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli?

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Ostra Vetere: Rotatori(Pd), 'I cittadini si sono accorti delle magagne compiute in 9 anni'

Ostra Vetere Avrà ragione Umberto Eco quando dice che il web dà la parola a legioni di imbecilli?Dopo nove anni il governo cittadino torna al centro sinistra e lo fa con un risultato record. Il neo sindaco Luca Memè, a capo della lista civica Per Ostra Vetere, ha battuto l'avversario di Patto per Ostra Vetere Alessandro Calabrese con il 77,93% dei voti andando di fatto ad intaccare una buona parte dell'elettorato di centrodestra.

“Quattro anni fa l'ex sindaco Bello si vantava di aver stravinto col 62% ma oggi con Memé non solo abbiamo ribaltato il risultato ma siamo arrivati praticamente al 78% dei consensi e per questo un ringraziamento di cuore va a tutti i cittadini -commenta Osvaldo Rotatori, segretario del Pd- siamo soddisfatti perchè nonostanti i tanti proclami degli avversari, i cittadini hanno capito che è ora di cambiare. Siamo contenti soprattutto perchè siamo stati capiti quando, nei tanti incontri sul territorio, cercavamo di far capire che con il precedente governo si stava andando allo sfascio”.

Il sindaco Memè ha già annunciato che tra i suoi primi interventi ci saranno la riduzione delle spese e del carico fiscale. Un obiettivo sposato in pieno dal Pd. “Ostra Vetere ha la tassazione più alta in assoluto, dalla Tarsu all'Irpef -aggiunge Rotatori- ora dovremo leggere bene i bilanci e capire cosa è stato combinato, ma di certo la pressione fiscale va ridotta. Altra priorità la viabilità, le strade, dal centro alle periferie, sono un disastro perchè abbandonate da anni”.

di Giulia Mancinelli
vivere.biz/giuliamancinelli

Commenti

RenzoAquili

Premesso che nessuno mette in dubbio il grande successo che ha ottenuto la "Lista Civica per Ostra Vetere" guidata da Luca Memè, occorre però fare alcune precisazioni al redivivo Rotatori Osvaldo:
1. Memè durante la campagna elettorale e nei programmi presentati ha sempre sostenuto che la lista era al di fuori dei partiti politici, tanto è vero che gli uomini del PD sono stati usati da Memè più come postini che come teste pensanti. Ora dopo il risultato tentano un risveglio per accaparrarsi meriti che non hanno. Avrebbero dunque ingannato i cittadini se fosse vero ciò che sostiene il Rotatori.
2. Un buon amministratore deve dire cosa intende fare per poterne giudicare poi i risultati. Partire con le menzogne sui lavori effettuati dalla precedente amministrazione è segno di grande debolezza, quindi bene ha fatto per poter vincere Memè a tenere nascosti diversi personaggi.
3.I risultati ottenuti da Massimo Bello nelle precedenti consultazioni elettorali quelli sì che sono storici! Proprio in quelle occasioni in cui il PD non era mascherato da lista civica Bello con una lista "POLITICA" vi ha annientato.
4)Forse Rotatori, che era nel limbo ancora a trattare con i traditori, non si è accorto che in questa competizione elettorale Bello non era in lista inquanto la legge non lo permetteva....

29/05/2013 10:01

Tarcisio Torreggiani

Ammesso che sia vero, perché in nove anno non siete stati capaci di smascherare tante magne?

29/05/2013 11:55

Marco Lavoro

"Lista CIVICA per Ostra Vetere"....E ora il PD dice di aver vinto??? C'è qualcosa che non torna...E' un errore di stampa o la coerenza è completamente andata a farsi friggere???
E quando Rotatori dice "andremo" a vedere i bilanci e "abbasseremo" le tasse....parla a nome di chi?? "Andremo-abbasseremo-vederemo-faremo"....CHI???

Questa significa prendere per il "sedere" la gente...E non venitemi a dire che non è vero, che sono polemiche inutili (sono polemiche, ma fondatissime a quanto pare) e che hanno preso tantissimi voti...Perchè i voti con le bugie li potevo prendere anche io...Vorrà dire che tra 5 (forse meno) anni mi candiderò con promesse che poi non manterrò, con persone che poi non confermerò, con burattinai che lascerò nascosti fino alla mia vittoria, e molto altro ancora...

I cittadini che vi hanno votato ESIGONO una spiegazione dietro questo articolo. GRAZIE!

29/05/2013 15:31

montenovese

Commento Sconsigliato Leggilo comunque»

29/05/2013 18:39

Guardiano Del Campanile

Memè estromette Manoni.
Il neo eletto sindaco di Ostra Vetere Luca Memè, a pochi giorni dal suo insediamento, cala la maschera e con una serie di provvedimenti mette in evidenza i suoi metodi di governo. Il sospetto si era già avuto durante la campagna elettorale: la lista civica da lui guidata, sapientemente mascherata per ottenere consenso, altro non era che una lista fortemente politicizzata, collocata alla sinistra più estrema. Pertanto, se il proverbio dice che il buongiorno si vede dal mattino, in futuro ne vedremo delle belle. Infatti Memè, con velocità da primatista, ha provveduto ad estromettere dalla compagine di governo l’uomo moderato e benvoluto che, secondo le promesse fatte, doveva essere il vicesindaco del paese. E per questo i cittadini lo hanno votato in stragrande maggioranza. E’ vero che le scelte degli assessori le fa il sindaco, ma è altrettanto vero che un sindaco che sente forte le regole della democrazia, le sue scelte le fa tenendo conto del volere degli elettori. Come era prevedibile, tale iniziativa ha provocato feroci polemiche e grande disappunto tra gli elettori di differente orientamento politico. Ora è probabile che Memè cercherà di dare il contentino a Manoni dandogli incarichi di minore importanza per rimediare al suo grave errore, ma non sappiamo se Manoni starà al gioco. Comunque sia, Memè non riuscirà a riconquistare la fiducia e la stima di quanti lo hanno votato. Invitiamo Memè a meditare e riflettere sulla sua prima iniziativa di governo. Si renderà conto di aver fatto una autentica cavolata che lo condizionerà in futuro. Il suo primo provvedimento ricorda molto il modo di governare di alcuni personaggi che appartengono alla preistoria politica.
Fido, guardiano del campanile

04/07/2013 17:38

montenovonostro

Trascorsa l’emotività del momento elettorale e della clamorosità del suo risultato, appare doveroso fare il punto della situazione con l’occhio distaccato di chi non ha parteggiato né per l’una, né per l’altra forza in campo, ma che deve doverosamente prendere atto con rispetto della volontà popolare, espressa in modo democratico e senza fraintendimenti. La sproporzione tra il consenso attribuito alla sinistra è, d’altra parte, così enorme, rispetto a quello residuo lasciato alla destra, che nessuna tergiversazione potrebbe essere consentita, se non si analizzasse a fondo il motivo vero di un risultato certamente imprevisto nella proporzione riscontrata: più di tre elettori su quattro rappresentano una maggioranza schiacciante e indiscutibile, se non si trattasse di un fatto totalmente imprevedibile e imprevisto, come in effetti è stato. Seppure era ben chiaro fin da subito che la destra stava precipitando nel dissenso diffuso e nel calo vertiginoso dei consensi, nessuno avrebbe potuto prevedere una frana di queste proporzioni. Il perché sia successo è ben evidente: una formazione politica che implode con inusitata violenza a seguito delle irrevocabili e immotivate dimissioni della maggioranza dei suoi componenti non può che lasciare esterrefatto il suo elettorato, che ha preso le distanze. Se i dimissionari di destra avessero concretizzato una iniziativa alternativa, quell’elettorato si sarebbe, sì, diviso, ma avrebbe trattenuto almeno larga parte del suo peso senza dispersioni, lasciando alla inconsistente opposizione di sinistra (che tale si è dimostrata in questi anni) solo una minima parte di vantaggio. Perché il punto è proprio questo: l’opposizione di sinistra verso la maggioranza di destra è stata davvero irrilevante in questi anni, quasi da nullità operativa. Come altrettanto nulla e inefficace si è rivelata la sterile protesta della maggioranza interna alla destra, addirittura miseramente scomparsa nel ridicolo per mancanza di prospettiva, di proposta, di progetto e di personalità. Viene da domandarsi come abbia potuto la destra avvalersi negli anni passati di una simile componente, ormai scomposta e scomparsa. E allora l’enorme cumulo di voti franati da destra a sinistra non può certo essere considerato il frutto di “consenso”, soppesato e maturo. Bensì la somma di rabbia e risentimento contro la destra, per quel che ha fatto e per quello che non ha saputo evitare. La rabbia, e non il consenso, ha fatto vincere la sinistra. La rabbia e il dissenso ha fatto straperdere la destra. Chi e che cosa l’abbia provocato dovrà dirlo la destra, se vorrà, se saprà o se potrà farlo. Ma non è certo la sinistra a doversene gloriare, perché se ne è avvantaggiata opportunisticamente nascondendo la sua vera faccia politica rifugiandosi nel mito dell’apoliticità “civica”. Così quel mito, tenuto opportunisticamente nascosto, è diventato realtà con un risultato elettorale “quasi bulgaro” del 78%. Un mito appena nato, ma subito infranto da due improvvide iniziative delle due segreterie, locale e senigalliese, del PD. Si stenta a capire la sfacciataggine euforica della segreteria locale del PD che, scoprendosi subito, ha improvvidamente rotto l’incantesimo, rendendo un pessimo servizio alla credibilità della nuova amministrazione, che ora dovrà dimostrare di riuscire a rimanere al di sopra delle parti e al di sopra della “sua” stessa parte, per non raffreddare immediatamente l’elettorato. Molto più difficile è invece giustificare l’improvvida esultanza della segreteria senigalliese del PD. Anzi, non la vogliamo affatto giustificare. La vogliamo invece bollare non solo come improvvida, ma anche come perniciosamente pericolosa per il principio di libertà e autonomia che intendiamo difendere contro indebite ingerenze colonizzatrici. Da trenta anni e passa dobbiamo rintuzzare tentativi senigalliesi di invadere il nostro campo. Tentativi senigalliesi di centro erano stati respinti con forza fino a trenta anni fa. Poi, utilizzando emigranti locali in terra senigalliese, la sinistra aveva ceduto su questo punto durante il ventennio “sfascista”. Infine la destra aveva addirittura sdoganato l’invasione senigalliese nell’ultimo decennio “sfascione”. Ora si ripete un nuovo tentativo di colonizzazione da sinistra con il sorprendente comunicato della segretaria senigalliese del PD, alla quale diciamo senza mezzi termini, prima ancora che tenti di farlo la nuova amministrazione comunale, se mai riuscirà a sottrarsi all’abbraccio asfissiante della giubilanza senigalliese pidiessina, che per “montenovonostro” quella segretaria farebbe bene a “rimanere dove sta” a casa sua, senza venire a casa nostra a farci sentire vittime di un nuovo e sconsiderato tentativo di colonizzazione politica. E si ricordi, che i voti di rabbia non sono come quelli di consenso: vengono e vanno con altrettanta facilità. No, con quei due comunicati, locale e senigalliese, il PD non ha reso un buon servizio alla nuova amministrazione comunale. Sorprendentemente dobbiamo essere noi a difendere la libertà e l’autonomia della nuova amministrazione comunale, che è comunque “nostra” perché eletta dai “nostri” compaesani e non certo dai partiti, tantomeno dal PD e tantomeno se senigalliese. Ognuno stia a casa sua. E noi alla nostra.
“montenovonostro”.

18/07/2013 00:59

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