Ci sono tanti modi per fare politica, tanti quante le teste di chi la fa. E non tutte le teste funzionano sempre al meglio, anzi. Basta vedere l’inverecondo spettacolo che ormai da anni la politica ci propina. In verità non sarebbe tanto la “politica” a propinarci brutti esempi, quanto piuttosto i “politici”, certi politici soprattutto. In tempi così calamitosi, fare politica è da irresponsabili (se non si valutano i rischi connessi nel quazzabuglio frenetico in cui è finita, degenerando) o è proprio da “responsabili”, facendola come viene fatta ora: “responsabili” fino alla “responsabilità penale”, ovviamente. L’esempio? Il caso Marino, quel sindaco genovese catapultato a Roma da un partito, il suo, che cercava una faccia pulita per coprire le vergogne che quotidianamente esplodono, a iniziare da “Mafia Capitale” che è sempre più “Vergogna Capitale”, con arresti a raffica e dimissioni in Campidoglio sotto la pressione di indagini che stanno portando in galera decine e decine di personaggi “eccellenti”. Il partito del PD a Roma è commissariato dall’onorevole Orfini, mentre l’onorevole Barca scopre le “magagne” nei circoli PD, da chiudere in massa. Non è una bella storia, tantomeno per il sindaco Marino, che continua a professarsi innocente e forse lo è, mentre lo stanno abbandonando tutti. La sua Giunta perde pezzi e stanno già partendo siluri clamorosi alla volta del sindaco-tapino: gli spara bordate il Presidente Renzi (“Marino se sa governare governi o vada a casa”) e la Ministra Boschi (“L'onestà è indispensabile per chi fa politica, ma da sola non basta”) e, più giù, tanti altri. E che ti fa l’ “irresponsabile” Marino? Invece che guardare in faccia alla realtà delle cose, tace per giorni a poi va alla Festa dell’Unità a dire: “Ho un dovere morale. Non posso fare un passo indietro neanche di un millimetro. Io non sono stato eletto dai capobastone, ma da voi cittadini. Io non vi tradirò. Andremo avanti fino al 2023 e faremo lì il nostro bilancio”. E poi la spara grossa: alla “destra senza vergogna - ha detto - tornate nelle fogne”, parafrasando un vecchio slogan caro alla sinistra di un tempo. Offensivo e senza logica. Marino, Marino… ma che dici. Non lo vedi che già molti commentano come se tu fossi caduto in delirio? Ma cosa te ne viene a insultare così gli avversari? Pensi di guadagnare consensi? Diventerai più forte, urlando insulti? Ma che fai, come i nostri che dicevano più o meno le stesse cose? Che cosa ci hanno guadagnato loro e che cosa pensi di guadagnarci tu? Te lo diciamo noi, cosa ci guadagni tu e loro: quello che sta succedendo a loro in questi due anni a Montenovo e che succederà anche a te a Roma, d’ora in avanti. Sbagliano loro e sbagli tu. Loro già riscuotono la paga elettorale. Tu la riscuoterai presto. Marino, Marino… ma che dici.

da montenovonostro