Ostra Vetere: Ma allora la legge Severino, per chi è? |
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Venerdì 26 Giugno 2015 22:43 |
Un soprassalto di dignità aveva, tempo addietro, ridestato la vita politica nazionale, ormai sprofondata nella palude del malaffare e delle ruberie. Così il Parlamento aveva deciso di introdurre un freno inibitore al repellente spettacolo dell’assalto alla diligenza da parte di frotte di politicanti spregiudicati e malintenzionati, stabilendo il “respingimento” dei coinvolti in fatti giudiziari, addirittura fin dal primo grado di giudizio, nonostante una legislazione garantista che considererebbe
chiunque “innocente”, o “presunto tale”, fino al terzo e ultimo grado di giudizio. Giustizialismo allo stato puro. Era la “legge Severino”, dal nome della ministra montiana che l’aveva tenacemente voluta (D.Lgs. 235/2012), sull'incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze di condanna per delitti non colposi. E da allora era stata applicata anche in casi eclatanti, come quando il PD l’aveva voluta immediatamente e irremovibilmente applicata senza indugi nel caso Berlusconi, del quale si era finalmente liberato sbattendolo fuori dal Senato senza tanti riguardi. Ma, c’è sempre un ma, nella vita. E’ il tarlo del dubbio che colpisce anche i più intransigenti, quando di mezzo finiscono gli interessi di “casa propria”: indecorosa caduta di stile, che la dice lunga sulla vera intenzionalità partigiana che si annida anche nelle più adamantine delle roboanti pubbliche dichiarazioni, smentite per private convenienze quando non fa più comodo. E infatti il “tarlo” del dubbio, mai rosicante nel caso Berlusconi, si è messo ora a rodere con forza più di un fiero paladino della legge Severino. A fornire i motivi di tanti cogitabonde e amletiche macerazioni in casa PD sono due esemplari vicende di "casa propria": “Può la legge Severino applicarsi agli avversari”? Si, risposero in coro i piddini. “Può la legge Severino azzardarsi a colpire anche i “nostri”?”. Beh, mi sa che… Forse … Però … Certo che nì … Non so … Valuteremo … Stiamo studiando … Il primo caso riguarda il sindaco di sinistra di Napoli, quell’ex magistrato De Magistris che non vuole sentirne di una legge che non gli torna comodo e si oppone all’applicazione della legge Severino, dopo essere stato condannato. Il secondo caso riguarda il sindaco PD di Salerno, che ha vinto le primarie del PD (ma come l’hanno lasciato candidare?) e poi ha vinto anche le elezioni regionali della Campania per esserne poi proclamato Presidente (ma come è stato possibile, essendo ineleggibile?) dopo essere stato condannato. E ora il Presidente Renzi, trovandosi nell’ambascia, si è macerato giorni e giorni domandandosi che fare e alla fine ha fatto quello che la legge gli impone di fare. E ha sospeso il Governatore PD neoletto De Luca. Sospeso, badate bene, non decaduto, come l’odiato Berlusconi. Sotterfugio che apre la strada ad ogni possibile ricorso dell’interessato, come presto gli ha implicitamente suggerito Renzi, sperando che possa nel frattempo nominarsi un vice e una intera giunta per garantire la PD la libera gestione delle cose di Campania, senza dover tornare a elezioni anticipate. Ma si, anche il PD “tiene famiglia”, ma allora la legge Severino, per chi è?
da montenovonostro |