Ostra Vetere: Non basta la Provincia deformata, ora il PD vuole la "deforma" anche della Regione |
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Giovedì 02 Luglio 2015 19:08 |
Al peggio non c’è mai fine, diceva un vecchio proverbio, segno dello sconcerto e della confusione in cui sovente cadono le società e le comunità, grandi e piccole. Come dimostra l’evidente prova deludente della “deforma” della Provincia, che avrebbe dovuto essere soppressa, ma che non si sopprime più, solo si trasforma, anzi si “deforma” per renderla ente elettivo di secondo grado con poteri rimodulati. E questa è la giustificazione nell’incomprensibile linguaggio “politichese” che, tradotta in lingua corrente per gente comune, significa solo una
buggeratura del popolo cui è stato tolto il diritto (che sarebbe sacro in democrazia) di eleggere direttamente i propri rappresentanti. E infatti nessuno di noi ha votato per la nuova presidente provinciale del PD e ora vediamo gli esiti di simili geniali pensate: nessuno più provvede nemmeno all’ordinaria manutenzione stradale, nè allo sfalcio dell’erba rigogliosissima che copre addirittura i segnali stradali. Sarà perché il PD non vuole farceli più vedere, senza bisogno di strapparli, come avevano iniziato a fare due anni fa i compagni locali. Potrebbe infatti crescere quell’erbaccia fino a coprire non solo i cartelli più bassi dei gemellaggi di un tempo con Numana (che infatti non si legge più) ma, su su, anche i cartelli più in alto. Così non leggeremmo più nemmeno i nomi degli altri due Comuni, un tempo gemellati, di Ostra Vetere e Poggio Bustone, di Province diverse e di Regioni diverse: Rieti e Lazio. E passerebbe così alla chetichella un’altra pensata di casa PD: la macroregione. Dice infatti il vicepresidente nazionale del Partito Democratico Matteo Ricci, già presidente della Provincia di Pesaro e Urbino fino al 23 giugno 2014 prima della “deforma” e attuale sindaco di Pesaro: «Manca un tassello del processo di riforma del Paese: c'è un problema che emerge nei territori e che riguarda la governance. Abbiamo soggetti troppi deboli: 8mila Comuni, così come li conosciamo, non sono in grado di gestire le sfide che ci attendono» ha detto Ricci alla Conferenza Anci-Ifel in corso a Roma sulla Finanza e l’Economia locale. Sulle Regioni: «Ne abbiamo di troppo piccole: il problema della riorganizzazione si pone, non è solo questione di risparmio. Quando sono nate le Regioni, negli anni '70, non c'era la globalizzazione. Né l'Europa che conosciamo». Dunque: «Avere Regioni di dimensioni più grandi significa creare aree territoriali più competitive. La nuova governance delle Regioni va rilanciata e può essere sperimentata anche in forme transitorie e temporanee rispetto alle opportunità offerte dall'Europa». Ancora “politichese”, che significa: adesso deformiamo anche le Regione per farle più grandi, magari un pezzo alla volta. Ma grandi quanto? Ce l’avevano detto altri due autorevoli esponenti del PD, lo scorso 17 dicembre 2014, quando il deputato del PD Roberto Morassut e il senatore, anche lui del PD, Raffaele Ranucci, avevano presentato la proposta di riforma (deforma) del PD per passare da 20 a 12 Regioni, proprio con lo smembramento delle Marche divise in due: verrebbe tolta la provincia di Pesaro, che andrebbe all’Emilia Romagna, e le altre province (quindi anche la nostra di Ancona) verranno assorbite con la Regione Abruzzo, addirittura con la provincia di Rieti nel Lazio. Stai a vedere che i Comuni di Ostra Vetere (ex Ancona) e Poggio Bustone (ex Rieti) si ritroveranno nella stessa macro-regione? Già s’erano gemellati nel passato e nel futuro saranno “unificati”? Forse che possiamo essere d’accordo con il PD, noi che siamo dalla parte dell’Autonomia locale? Ovvio che no. Meglio sfalciare l’erbaccia e scoprire le carte. Ma al PD non basta: altro che “sfalcio”, meglio lo “sfascio”. Non basta la Provincia deformata, ora il PD vuole la “deforma” anche della Regione.
da montenovonostro |