Oddio. Questa non è che s’è capita tanto. C’era una volta la legge Severino, quella che doveva scremare la classe politica da ogni malefatta, mettendo da parte tutti quelli che erano appena sfiorati delle attenzioni della giustizia. E sia. In un mondo politico così degenerato, un po’ d’ordine e pulizia sono più che benvenuti. Era dai tempi del Savonarola che non si sentiva più spirare in Italia il vento del giustizialismo. Savonarola era fiorentino. Come Macchiavelli,
quello per cui ogni mezzo è giustificato dal fine e viceversa. Deve essere proprio spirata corina e tramontana in casa fiorentina quando, savonarolescamente e machiavellicamente, venne applicata per qualcuno la legge Severino. Mancavano solo la pira e l’accendino e poi si sarebbe fatto un bel falò in piazza della Signoria per il reprobo meneghino caduto sotto le grinfie dei “piagnoni” fiorentini. E fin qui passi. Poi si è scoperto che al Masaniello napoletano la stessa cura non si addiceva, e così la legge Severino fece cilecca una prima volta: il sindaco di sinistra De Magistris veniva esentato dai sinistri effetti della legge Severino. E sempre in terra campana, proprio l’altro giorno, la stessa legge Severino ha fatto nuovamente cilecca, graziando il sindaco salernitano del PD, Vincenzo De Luca, assurto al ruolo di governatore di tutta la regione: “Mica si poteva annullarne l’elezione, eh! Si sarebbe contravvenuta la chiara volontà popolare che l’aveva eletto. Mica si può misconoscere la volontà del popolo sovrano”. Questa, più o meno, la giustificazione addotta per “sospendere la sospensione” comminatagli. E passi che le stesse motivazioni erano già state invocate dal reprobo milanese doc, quel Silvio Berlusconi ex senatore ed ex cavaliere severinescamente degradato ed espulso senza tanti complimenti. Per lui, no, la stessa motivazione era risibile. Epperò incomincia a serpeggiare in più d’uno il sospetto che più di Savonarola potè Macchiavelli e, per la convenienza di chi comanda a Firenze, due pesi e due misure vanno pur bene, quando è roba fra compagni. A noi non sembra. Anzi, rimaniamo esterrefatti. Noi, che amiamo la Giustizia e l’abbiamo messa a presidio dei nostri principi istitutivi, facciamo molta difficoltà a seguire la tortuosa strada del giustificazionismo e del giustizialismo a senso unico alternato. Più che molta “difficoltà” a capire perché una legge funzioni qualche volta e qualche volta no, siamo proprio costitutivamente impediti a capirne i reconditi motivi. Ci sarà pure bene un motivo, ma ormai molti nutrono infastidita repulsione per simili doppiopesismi. A noi, che siamo stati allevati al senso dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, incomincia a venire l’orticaria per simili machiavellismi scriminatori, dei quali facciamo difficoltà a capirne il senso recondito. Ma oggi facciamo difficoltà anche a non esplodere di fronte a un nuovo caso. Il sindaco toscano di Pietrasanta, Massimo Mallegni, che nel 2006 finì in carcere con accuse pesanti in seguito ad alcuni esposti che denunciavano irregolarità nell'attività dell'ufficio urbanistica, due anni fa venne assolto insieme ad altri imputati ma tuttavia restava una condanna, sospesa con la condizionale, per un reato minore, un abuso d'ufficio comunque già prescritto, e contro la quale aveva presentato appello. L'udienza, già rinviata, doveva tenersi il 30 giugno scorso e invece è stata rinviata nuovamente, d'ufficio, al 30 giugno 2016, fra un anno. Però appena il giorno dopo, il 1° luglio, uno zelante cancelliere ha fatto il suo dovere e ha inviato gli atti al prefetto che, altrettanto velocemente, ha applicato la legge Severino sospendendo il sindaco. Sarà perché il sindaco toscano è di Forza Italia e per la sua campagna elettorale si era scomodato anche il milanese Berlusconi, già cacciato dal Senato e degradato dal cavalierato per via della stessa legge Severino, che in molti vedono poco chiara la vicenda. Facendo il punto: la legge Severino si applica per Berlusconi e Mallegni, di destra, ma non per De Magistris e De Luca, di sinistra. Noi rimaniamo interdetti e non sappiamo più che cosa dire, però i più maliziosi giudicano: “Ma allora è proprio vero, la legge Severino è solo “pè’ ‘n pàr de giuggiolòni”.”
da montenovonostro |