Europa: Irresponsabile e chissà se responsabile di alto tradimento |
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Martedì 28 Luglio 2015 14:08 |
L’irresponsabile referendum anti-austerità voluto dalla sinistra di governo in Grecia, che tanto ha fatto festeggiare la “vittoria” al popolo rosso, ha ottenuto il risultato prevedibile. L’Europa ha “ingoiato” il rospo dello “schiaffo” greco allargando i cordoni della borsa, ma ha imposto riforme al cardiopalmo, da lacrime e sangue, che il governo greco ha dovuto ingoiare con i corni e tutto, rimangiandosi tutte le bellicosità
referendarie. E ora il partito della sinistra di governo greco soffre comprensibili spaccature e divisioni per una politica agli antipodi dei proclami sinistrorsi e che penalizza soprattutto le classi subalterne. L’unico ad aver capito subito che aria avrebbe tirato di lì a poco è stato il bellicoso ministro dell’economia greco, quel barricadiero Yanis Varoufakis, che se l’è data subito a gambe dimettendosi precipitevolissimevolmente ancora sull’onda del successo referendario, prima che la “risacca” lo risucchiasse. Non pago di simili prodezze irresponsabili, si è schernito nei giorni successivi, blaterando di un presunto “piano B” cui nessuno più crede. Avrebbe dovuto, quel “piano B”, accompagnare la Grecia su un binario parallelo dell’”uscita dall’euro” senza tuttavia uscirvi davvero, ma con un progetto parallelo di riapertura della “dracma”, la primitiva moneta nazionale. Una sorta di “doppio forno” economico cui nessun economista serio avrebbe mai dato consenso. E tuttavia il Varoufakis, che si picca di essere economista anzichenò, insiste nel far tralucere questo suo cervellotico “piano B”. Ha talmente “stufato” con queste sue sparate strampalate che qualcuno ha voluto andare in fondo a scoprire davvero le carte su un progetto tanto irresponsabile, presentando denunce alla magistratura greca. E ora l’ex ministro delle Finanze rischia il processo per il cosiddetto “piano B” per i pagamenti e il passaggio dall’euro alla dracma rivelato nei giorni scorsi. La Corte Suprema ellenica ha infatti trasmesso al Parlamento due cause intentate da comuni cittadini greci contro l’economista. L’assemblea deve ora deve decidere se revocare o meno l‘immunità all’ex ministro delle Finanze, tutt’ora deputato di Syriza, in modo che possa affrontare un processo. Sembra però improbabile che conceda l’autorizzazione, dal momento che si tratta di accuse politiche. E sappiamo bene come la sinistra, intransigentemente ostile con gli avversari politici bollati sempre come "nemici", accarezzi invece tanto amorevolmente i propri esponenti anche quando sbagliano di grosso, sia in Grecia come in Italia (Berlusconi e Mallegni degradati come reprobi mentre De Magistris e De Luca sono salvi e guai chi li tocca, insieme a Marino che può continuare a trastullarsi da sindaco romano con “Mafia Capitale”). Quindi è ben ipotizzabile che l’autorizzazione a procedere non arriverà proprio mai. Una delle due cause è stata intentata da Apostolos Glenzos, sindaco del paese di Stylida (6.100 anime, a nord di Atene) e leader del piccolo partito ‘Telia’ (Perfetto) ispirato alle idee del Movimento 5 Stelle. La seconda dall’avvocato Panagiotis Giannopoulos. I due hanno depositato le loro denunce dopo che sono state rese di dominio pubblico le dichiarazioni fatte da Varufakis nelle quali l’ex ministro ha rivelato il suo piano per creare un sistema parallelo e segreto di pagamenti per favorire il ritorno della dracma in Grecia. Il piano dell’ex ministro ha suscitato un putiferio tra i partiti dell’opposizione, i quali hanno chiesto al premier Alexis Tsipras che Varoufakis sia cacciato da Syriza, mentre alcuni deputati sono arrivati ad accusarlo di tradimento. Bel campione di sinistra: irresponsabile, e chissà se responsabile di alto tradimento.
da montenovonostro |