Senigallia: Ohi, ohi, ohi. Doloroso appuntamento con i bilanci e le tasse |
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Mercoledì 29 Luglio 2015 17:15 |
Tempi di bilanci per gli enti locali. In questi giorni si stanno riunendo i Consigli Comunali per discutere l’argomento di prioritaria importanza nella gestione degli enti pubblici: l’approvazione dei bilanci. Il bilancio è il documento fondamentale cui si incardina l’attività amministrativa: dal modo in cui viene studiato e preparato dipenderà poi l’andamento della gestione comunale. Un bilancio mal fatto porterà l’ente comunale in una situazione di confusione gestionale, perché il bilancio non è solo numeri.
Nel bilancio si dispiega tutta la capacità degli amministratori di cogliere nel segno dei bisogni primari della comunità amministrata: da come viene preparato si conosce la capacità o meno di amministrare. E’ quindi lo specchio della capacità e competenza degli amministratori. E sul bilancio, quindi, si appuntano le attenzioni delle forze politiche e sindacali, delle associazioni di categoria e dei singoli cittadini. Certo che accontentare tutti non solo non è facile, ma è addirittura impossibile. Scontentare tutti, però, è il massimo dell’incompetenza e impreparazione di una amministrazione comunale. Facciamo un esempio: il Comune di Senigallia approva oggi il suo bilancio di previsione. Il sindaco Mangialardi appena eletto ne esalta “le magnifiche sorti e progressive”, ben diversamente dalle sue controparti. La Confindustria Ancona, interessata alla politica di sviluppo della città, “condanna la decisione del Comune di Senigallia relativa all’aumento di IMU, TASI e IRPEF annunciata all’incontro di presentazione del bilancio di previsione 2015”. Per il capogruppo di minoranza Roberto Paradisi: “Il bilancio 2015 grida vendetta. Si amministra “tosando” i cittadini senza il coraggio delle scelte, senza voler rinunciare alla rete clientelare, senza mettere in campo idee innovative e ricette “dimagranti” capaci di economizzare la macchina elefantiaca della politica”. Per i sindacati Cgil, Cisl e Uil: “Nel Bilancio di previsione 2015 previsti aggravi fiscali soprattutto per i redditi più bassi. Una insostenibile pressione fiscale sul bilancio preventivo del 2015. Prevedere aumenti dell’addizionale comunale dell’IRPEF della fascia di reddito da 11.000 a 15.000 euro significa tassare cittadini che sono nella povertà relativa, cioè persone che vivono con circa 1.000 euro al mese”. E’ chiaro quindi che quando si tocca il portafoglio, le reazioni sono immediate. Ma le lamentele sono il frutto immancabile ma immotivato a fonte dei servizi pubblici che pure costano, oppure c’è davvero qualcosa che non va da tempo nella finanza pubblica? La risposta vera a questa domanda non possiamo chiederla all’opposizione politica e sociale, ma c’è un ente preposto a una valutazione più equilibrata e responsabile della gestione degli enti pubblici ed è quella che fornisce annualmente la Corte dei Conti, che quest’anno dice: “Gli Enti Locali in otto anni hanno subito 40 miliardi di anni e per reazione hanno aumentato le tasse”. Quindi è vero: i Comuni stanno aumentando le tasse. I magistrati contabili rilevano che a fronte della riduzione dei trasferimenti dello Stato i Comuni hanno fatto salire la pressione fiscale, in particolare Ici e Imu. Mentre le Regioni hanno ridotto gli investimenti. Così la “spending review” l'hanno pagata i cittadini: quaranta miliardi di tagli in sette anni. Gli enti locali, tra 2008 e 2015, si sono visti ridurre i trasferimenti statali di 22 miliardi e hanno subito un calo dei finanziamenti per la sanità di 17,5 miliardi. Sforbiciate a cui i Comuni hanno fatto fronte nel solito modo: ritoccando all’insù in modo generalizzato le aliquote dell’ex Ici prima e dell’Imu poi. In una parola, aumentando le tasse. Il quadro complessivo che emerge dalle analisi effettuate sui dati di cassa del comparto Regioni e Province autonome, rappresentato nel grafico a lato, evidenzia “il permanere di una sofferenza di liquidità” mentre crescono davvero i balzelli che gli enti locali impongono ai loro concittadini. Abbiamo parlato di Senigallia, un po’ girando intorno al piro. Ma non è che a Montenovo le cose vanno meglio. Ne parleremo più diffusamente in una prossima puntata. Per adesso non possiamo che dire: Ohi, ohi, ohi. Doloroso appuntamento con i bilanci e le tasse.
da montenovonostro |