Italia: Un muro di emendamenti contro le “deforme” renziane |
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Venerdì 07 Agosto 2015 16:19 |
“montenovonostro” conferma di non essere né di destra e né di sinistra, ma stavolta deve proprio dare ragione alla sinistra interna del PD. Il tema è quello delle riforme verso le quali il presidente del Consiglio dei Ministri e segretario nazionale del partito socialista PD, Matteo Renzi, spinge con determinata irruenza. Ma semina sconcerto e opposizione anche all’interno del suo stesso partito, alla cui minoranza di sinistra del PD non va giù la riforma del Senato. Tanto che il cammino della riforma si preannuncia lunga e irta di ostacoli. Alle 13 di oggi scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge sulla revisione della Parte II
della Costituzione, all'esame della Commissione Affari Costituzionali. E il numero di emendamenti presentati la dice lunga sullo scontro che si va a profilare tra maggioranza e opposizioni, tra cui quella interna al PD: 513.449 è il numero di richieste di modifica presentate. E' quanto rende noto il Senato. E’ una questione nodale, perché la seconda Camera, nella versione di Renzi, dovrebbe essere composta da soli 100 consiglieri e sindaci designati dalle assemblee regionali. Ma gli emendamenti presentati dal PD sono 63, di cui 17 sono direttamente attribuibili alla minoranza dem. Più di mille emendamenti sono stati presentati da Forza Italia che chiede un maggior bilanciamento delle funzioni tra Senato e Camera e una maggiore legittimazione dei senatori, così come il neo-partito di Verdini, ALA, chiede l’elezione "a suffragio universale e diretto" del Senato composto da 157 senatori, più 5 di nomina presidenziale, eletti non più tra i consiglieri regionali e sindaci. 194 gli emendamenti presentati dal M5S: i cinquestelle insistono soprattutto sul criterio di elettività del Senato e di bilanciamento dei poteri tra governo e parlamento. E nei giorni scorsi la Lega, aveva annunciato Calderoli, avrebbe presentato oltre 500mila emendamenti. Tra cui diversi sull'elezione diretta del Senato. Ora comincerà l'analisi delle singole proposte di modifica. E chiaro che la riforma che Renzi vorrebbe sarebbe, né più né meno, che una “deforma”: abolirebbe il bicameralismo perfetto voluto dai padri costituenti come criterio di equilibrio fra i poteri e soprattutto escluderebbe gli elettori dalla scelta dei senatori, che verrebbero “nominati” dai partiti anziché eletti dal popolo. “montenovonostro” non ha dubbi: questa è davvero una “deforma” che tradisce i principi costituzionali di democrazia diretta e di mandato elettivo. Per questo non è d’accordo e pensa che abbiano proprio ragione tutti gli oppositori a questa “deforma”: minoranza PD, Forza Italia, Ala e Lega Nord, cioè l’intero arco delle forze politiche parlamentari, ad eccezione della maggioranza renziana. Vorrà procedere a colpi di maggioranza Renzi? Non siamo d’accordo. Abbiamo infatti visto come è andata a finire la “deforma” delle Province e già immaginiamo come finirà la “deforma” del Senato. Allora è mille volte meglio un muro di emendamenti contro le “deforme” renziane.
da montenovonostro |